È scomparsa da casa, sin dalle prime ore della mattina Roberta Ragusa, una donna quarantacinquenne di Roma, residente a San Giuliano Terme. Su Facebook l’appello del figlio che ha già provveduto ad allertare le forze dell’ordine.
Della scomparsa si sta già occupando la trasmissione “Chi l’ha visto?” che ha già provveduto a inserire una scheda sul suo sito web. Roberta Ragusa nata a Roma il 21 marzo ’67 si sarebbe allontanata da casa con un pigiama di color rosa alle prime ore del mattino. A San Giuliano la donna gestisce insieme al marito l’autoscuola “Futura”. Non ha portato con sé alcun effetto personale e neanche il telefono cellulare. Per cui appare impossibile poterla localizzare grazie al segnale agganciato dalle celle gsm.
Le indagini sono affidate ai Carabinieri, ma si raccomanda a tutti di far girare fotografia e appello al fine di una più rapida soluzione. Secondo alcune segnalazioni, avvenute in seguito all’appello del figlio Daniele su Facebook, sarebbe stata avvistata in direzione Roma, città di cui è originaria. Non si sa in quale maniera si stia però muovendo. Qualora qualcuno la riconoscesse è opportuno che, senza perderla di vista, contatti i Carabinieri al 112.
PER FAVORE, CORREGGETE IL TITOLO, QUESTA DONNA NON SOFFRE DI VUOTI DI MEMORIA!
NON SOFFRE DI VUOTI DI MEMORIA!
RIPETO:
NON SOFFRE DI VUOTI DI MEMORIA!
P.S. E’ IMPORTANTE CHE SI CORREGGA IL TITOLO, POICHè LE FALSE INFORMAZIONI OSTACOLANO LE RICERCHE!!!!
In base all’appello postato dal figlio ne soffrirebbe, le informazioni provengono da un familiare. E comunque forse la cosa più importante è che sia ritrovata presto. La ringraziamo comunque per la precisazione.
Scusate, ma “le informazioni provengono da un familiare” nel senso che ci avete parlato direttamente e vi ha confermato la storia dei gravi vuoti di memoria pregressi oppure avete a disposizione le nostre stesse informazioni, ovvero quanto scritto in calce alla foto pubblicata da Daniele su Facebook, e vi siete limitati a leggerle di sfuggita? Perché è questo che sembra, e non fa onore alla professione di giornalista che poi scriviate che le informazioni inesatte che avete riportato provengono da un familiare, che su Facebook ha specificato chiaramente in più occasioni che la madre non aveva mai sofferto prima di amnesie. Certo che l’importante è che venga ritrovata, ma meno inesattezze vengono scritte, più facile sarà, a rigor di logica.
Gentile lettrice, proviamo a specificare meglio: le prime informazioni sono arrivate esattamente dalla bacheca facebook che lei stessa ha citato, di sfuggita non abbiamo letto nulla, altrimenti avremmo fatto un copia e incolla delle informazioni ivi compreso l’indirizzo di casa che invece non è assolutamente opportuno pubblicare. Per quanto riguarda “l’onore alla professione di giornalista” la pregherei in merito di vedere come altre testate abbiano semplicemente ignorato l’appello. Non si è a casa di ognuno, si pubblica (nel caso di un appello) le informazioni che pervengono e le eventuali smentite. Nel caso in questione in giornata ci viene detto che la persona non soffre di vuoti di memoria (come scritto dal FIGLIO precedentemente) e abbiamo corretto il titolo. Per caso per far onore desidera che si indossi da Catania la divisa di protezione civile e si vada a far le ricerche? Credo che in quel caso saremmo poi tacciati di “cercar lo scoop a tutti i costi”. Allora, prendiamo atto della correzione, modifichiamo il titolo, rispondiamo ma ci permetta di risponderle che l’onore alla professione non credo ce lo debba insegnare chi è solo pronto a puntare il dito. Cordialmente. (luigi asero)
Grazie per la risposta, innanzi tutto. Mi rendo conto che il mio tono di prima risultasse vagamente insolente, provo a spiegare perché: è stato il giustificare informazioni inesatte facendo leva sul fatto che provenissero da un familiare, quando chi aveva seguito il botta e risposta sotto la foto poteva apprendere che la storia dei vuoti di memoria era una delle tante possibili ipotesi e non una certezza, questo mi ha dato fastidio. Per il resto, personalmente credo che ognuno dovrebbe cercare di fare bene il lavoro che fa, quindi un giornalista non dovrebbe – tanto più da Catania – andare a fare fisicamente la ricerca della persona scomparsa, ma ricercare e selezionare nel mucchio le informazioni corrette per trasmetterle, quello sì.
P.S. non c’è bisogno che pubblichiate anche questo commento, gradivo solo lo leggeste. Puntare il dito è una cosa che non mi è mai piaciuta fare e non mi piace neanche essere additata 😉 come quella che punta il dito solo per aver fatto notare, seppure con durezza me ne rendo conto, un errore che nelle prime fasi di ricerca può essere pregiudicante. Cordialmente
Approvato il primo commento, i successivi vengono postati automaticamente dal sistema. Siamo comunque sereni e sempre aperti al dialogo. Che è e resta sempre costruttivo. Ancora grazie. 🙂
(luigi asero)