Il punto sulle indagini. A dire la verità la sensazione è che si tratti di un punto morto e questo, a quasi una settimana dal tragico attentato, non lascia ben sperare. Si lavora a tanti elementi, tutto ciò che potrebbe essere utile alle indagini viene preso in considerazione dal pool di investigatori inviato a Brindisi e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce cui è stato affidato il coordinamento delle indagini. Si lavora in particolare su un fantomatico furgone bianco e sulla miscela esplosiva utilizzata (ma non erano bombole di gpl?). Ora si parla di bombole miste a un “tronchetto” di tritolo, di quelli che si usano nelle cave, esplosivo già usato dalla mafia in passato. Ma -seppur con tutti i dubbi del caso- viene da chiedersi allora perché non usare solo tritolo. Spetta agli investigatori sciogliere gli enigmi che, giorno dopo giorno, aumentano invece di diminuire.
Questo misterioso furgone bianco, quella mattina poco prima dell’attentato si sarebbe fermato e avrebbe forse scaricato (con almeno due persone) il cassonetto davanti la scuola (che si era detto esser stato spostato nella notte). Gli inquirenti cercano ora di avere la targa utilizzata dallo stesso e continuano a visionare l’unica “prova” a loro disposizione, il filmato della telecamera del chiosco adiacente.
Si registra comunque il cauto ottimismo del capo della Polizia, Antonio Manganelli, che partecipando alle manifestazioni per il 160° anniversario della Polizia di Stato dice: “Sono sicuro del buon esito di una indagine partita da una analisi intelligente. La foto? Anche da questo elemento deriverà la soluzione” criticando però la gestione dei contatti con i mass media. Secondo Manganelli forse sarebbe sbagliato aver diffuso le immagini del video dando più margini agli attentatori. O più margini di riflessione ai lettori (opinione personale dello scrivente che non coinvolge il pensiero della redazione).
Al dr. Manganelli fa eco il ministro degli Affari Interni, Anna Maria Cancellieri, che dice “Mai più verranno tollerate le logiche dell’intimidazione e del terrore. Un imperativo diventato ancora più inderogabile dopo il vile e atroce attentato di Brindisi”. Ma questa dichiarazione, a voler “ben leggere” fra le righe, sembra di tenore diverso rispetto al voler considerare l’ipotesi di “semplice e atroce mafia”.
Luigi Asero