Aeroporto di Catania con autonomia limitata

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sigonellaPresente futuro: c’è poco da essere ottimisti

 

Di Salvo Barbagallo

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Catania 16 giugno. A quanto pare la notizia dei voli dirottati dall’aeroporto di Catania Fontanarossa su quello di Palermo Punta Raisi a causa di esercitazioni militari su Sigonella è risultata infondata: la responsabilità dei dirottamenti ricade tutta sull’intensa attività eruttiva dell’Etna e sulla cenere che il vulcano espelle in maniera sconsiderata, mettendo a rischio  i velivoli che si trovano a transitare nell’area della Sicilia orientale. Non c’è modo di accertare se Sigonella nel caso di ieri abbia avuto realmente a che farci oppure no con i dirottamenti, così come è difficile appurare se tutto sia effettivamente dipeso dall’Etna viste le condizioni meteo che hanno interessato il territorio e il cielo coperto non ha consentito una visibilità adeguata. Indubbiamente è vero che anche l’Etna costituisce una limitazione notevole per lo sviluppo dell’aeroporto di Catania: l’Etna esiste da millenni e guai ne ha combinato fin troppi nell’arco dei secoli, l’installazione di Sigonella ha appena 56 anni di accordi italo-USA e la maggior parte dei danni che ha potuto provocare sono ignoti. L’articolo scritto ieri, pertanto, a prescindere da come siano andate veramente le cose ieri, a nostro avviso resta valido nella sua essenza.

Catania 15 giugno – C’è da apprezzare il marcato ottimismo dell’amministratore delegato della SAC
(la società che gestisce in regime di concessione lo scalo aeroportuale di Catania) Gaetano Mancini che non perde giustamente occasione per far presente gli ottimi risultati e la crescita in traffico e utili dell’aeroporto di Catania Vincenzo Bellini (ex Fontanarossa). Non entriamo nel merito dell’ottimismo in questa breve nota, ma ricordiamo come sia deficitaria “per necessità” l’efficienza di questo importante aeroporto “italiano” e come non sia “autonomo” ma “dipendente”. Ci esprimiamo in questi termini dopo avere appreso la notizia degli ultimi “dirottamenti” da Catania sull’aeroporto di Palermo “Falcone-Borsellino” di sei voli provenienti da Roma Fiumicino, Parigi, Istanbul, Venezia, Milano Linate, Colonia e Barcellona a causa di un’esercitazione militare a Sigonella.

Non si tratta di episodi isolati: quanto accaduto in questa domenica di luglio (14, per chi legge anche dopo che la giornata è trascorsa), ha la stessa motivazione di altri casi simili verificatisi in precedenza. Motivazione raramente resa nota ai passeggeri: Sigonella ha priorità su tutto ciò che vola sul territorio. Gli utenti dell’aeroporto di Catania ignorano anche che sussistono limitazioni “fisse”, imposte in determinate fasce orarie, per esigenze di operatività della vicina base militare di Sigonella: in quelle ore a Catania Fontanarossa non si decolla, né si atterra.

Sempre a causa di esigenze militari di Sigonella, l’aeroporto di Catania Fontanarossa non può avere in dotazione (come lo hanno quasi tutti gli aeroporti italiani) un “suo” radar ma deve “dipendere” da quello di Sigonella al cui controllo militare deve sottostare.

Per dirla in poche parole, l’aeroporto di Catania Fontanarossa è ad “autonomia limitata”, “controllata” e “dipendente”, tutte “cose” note all’amministratore della SAC Gaetano Mancini, a tutti i parlamentari “siciliani” e a tutte le competenti autorità.

L’aeroporto di Catania non può decollare, non potrà mai  soddisfare la sua vocazione di “hub” e, purtroppo, non si può essere ottimisti e sbandierare successi che finiscono (volontariamente o casualmente) con il nascondere la verità.

Le “limitazioni”, i “dirottamenti” e quant’altro subiscono i passeggeri che utilizzano lo scalo di Fontanarossa (poco più di sei milioni e quattrocento mila lo scorso anno, cifra lontanissima dai sedici milioni previsti per il 2014 dal presidente dell’ENAC Riggio, nel lontano 2005) non dipendono dalle “periodiche” e sempre più frequenti esercitazioni, ma dall’intensa attività militare che si svolge a Sigonella che, fra l’altro, è base stabile dei micidiali droni, i Global Hawks aerei senza pilota che quando sono in aria non possono imbattersi in velivoli civili.

Diciamo cose che sono più che note, le ripetiamo affinché amministratori di società e politici e politicanti evitino, quanto meno, le belle parole e gli scenari improbabili di sviluppo dello scalo etneo: la realtà è triste e drammatica.

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