di Salvo Barbagallo
La Cassazione ha sentenziato: il MUOS di Niscemi resta sotto sequestro. La suprema Corte italiana ha rigettato il ricorso dell’avvocatura dello Stato per conto del ministero della Difesa. Rimane pertanto vigente l’ordinanza emessa il 1 aprile del 2015 dal Gip di Caltagirone, confermata poi dal Tribunale per il Riesame di Catania, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, che ha bloccato la prosecuzione dei lavori per la realizzazione dell’impianto di Telecomunicazione nella base americana. La Cassazione ha anche condannato il ministero della Difesa al pagamento delle spese processuali.
La vicenda, in teoria (molto in teoria, a nostro avviso) finisce qui? L’interrogativo, o lo scetticismo se volete, nasce dall’importanza di questo tipo di impianti che, ricordiamo, ricade nell’antico feudo Ulmo di Niscemi dove già dal 1991 esiste una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della Marina USA nel Mediterraneo, la “Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8″, utilizzata per le trasmissioni in alta e bassa frequenza (HF ed LF) dei comandi e delle forze militari operanti in una vastissima area compresa tra il Mediterraneo, l’Asia sud-occidentale, l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico. Attualmente a Niscemi sono installate 41 antenne di trasmissione HF ed una LF; il centro di telecomunicazione è sotto il controllo della U.S. Naval Computer and Telecommunication Station Sicily (NAVCOMTELSTA – NCTS Sicily) che ha sede a NAS II Sigonella.
Ricordiamo cosa è il MUOS di Niscemi: con tre grandi antenne circolari con un diametro di 18,4 metri e due torri radio alte 149 metri, è l’elemento-chiave delle stazioni terrestre del sistema Mobile User Objective System. Il terminale terrestre di Niscemi è del tutto simile a quello installato nell’agosto 2008 a Wahiawa, Hawaii, una delle quattro infrastrutture militari che assicurano il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare che collega tra loro i Centri di comando e controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawks (UAV-velivoli senza pilota), eccetera. Il sistema di telecomunicazione MUOS fornisce in tempo reale le comunicazioni via satellite a tutti i settori delle forze armate operanti a livello mondiale e permette ai mezzi di guerra di comunicare con i comandi e i centri di controllo ovunque essi si trovino. Con l’installazione della stazione terrestre del MUOS, Niscemi ha fatto l’ennesimo “salto di qualità”, e si confermata come una delle maggiori infrastrutture di guerra a livello planetario. Il MUOS “Mobile User Objective System” fornisce fornisce un sistema universale e multi-service a terminali e siti mobili e fissi per i servizi di telecomunicazione satellitare (SATCOM)”. Il sistema assicura così “una considerevole crescita delle odierne capacità di comunicazione satellitare così come un significativo miglioramento dell’operatività dei piccoli terminali”. Si tratta a tutti gli effetti di un sistema che fornisce servizi di telefonia cellulare alle forze militari utilizzando i satelliti che opereranno come “cell towers” nello spazio.
Il costo degli impianti del MUOS si aggirerebbe sui sei miliardi di dollari: un programma che è stato portato avanti da una decina di anni e che costituisce l’elemento chiave delle future strategie di guerra nello spazio e in ogni angolo del pianeta. Il MUOS assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente la propria superiorità militare. Il MUOS viene considerato uno dei più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare: la Lockheed Martin e la Boeing, che si sono occupati della costruzione e messa in orbita dei satelliti; la General Dynamics, che ha realizzato i quattro terminal terrestri; la Harris Corporation, che ha fornito le potentissime antenne ad altissima frequenza (UHF), la cui incompatibilità con l’uomo e l’ambiente è cosa ormai accertata. E’ logico pensare che questi enormi investimenti possano andare in fumo per una “semplice” sentenza della Cassazione? Riteniamo che ciò, nella pratica, non potrà verificarsi, anche perché interverranno pesantemente i competenti ministeri italiani, quelli che hanno permesso, grazie ai Trattati e ai Protocolli con gli Stati Uniti d’America, ogni tipo di installazione militare USA (non solo, quindi, quella di Niscemi) sul territorio siciliano e nazionale.
E se già il MUOS fosse in funzione (come appare dal movimento delle antenne paraboliche) , nonostante che sia (e resterà) sotto sequestro?
sa tanto anche a me di farsa la cosa…anche perchè non si capisce come un parco di importanza locale possa avere la priorità su un’area militare
Sono d’accordo, con l’attenta disamina descritta, nel suo interessantissimo articolo.