di Salvo Barbagallo
Le vicende che stanno ruotando attorno alla formazione del nuovo Governo nazionale appaiono incomprensibili alla maggior parte dei cittadini italiani, quanti soprattutto non sono “esperti” costituzionalisti e quanti (come noi) non sanno ben interpretare o ben comprendere le norme della Costituzione che regge il nostro Paese. L’uomo qualunque, intendiamo dire, non riesce a capire i “perché” e i “per come” non si riesca a costituire un Governo nonostante le forze politiche che hanno ottenuto il maggior consenso elettorale siano concordi nell’esprimere i nomi della “squadra” di ministri che dovrebbe guidare il Paese. La bagarre animata sul personaggio “proposto” per ricoprire il ministero dell’Economia mostra risvolti inquietanti: perché tanti veti sul nome del professore Paolo Savona? Non sta a noi riportare il curriculum di questo economista noto e apprezzato in tutto il mondo, e anche in Italia in tempi non sospetti, quando Carlo Azeglio Ciampi lo volle ministro dell’Industria nel lontano 1993. Certo, in 25 anni le persone possono cambiare, ma c’è da dire che Savona ha mantenuto, da parte di chi lo conosce, costante stima e rispetto. Ecco perché il “veto” sul nome dell’economista, che sta mettendo a rischio la possibilità di dare un Governo al Paese, suscita dubbi e molti interrogativi.
Ovviamente è piuttosto facile attribuire responsabilità a Matteo Salvini (e a Di Maio, in seconda battuta) che intende mantenere ferma la sua posizione, meno facile (altrettanto ovviamente) attribuire responsabilità ad altri.
Interrogativi e dubbi si intrecciano e spontanea vien fuori la domanda: “Non è che il Caso Savona è soltanto un pretesto per bloccare la nascita di un governo Cinque Stelle/Lega?”. Così come “pretestuose” possono essere, a conti fatti, le “ingerenze” di marca europeagermanica, mentre al di sopra c’è una “superiore” volontà/autorità? Certo, scivolare sulla fantapolitica, sulle teorie complottiste non serve in quanto non spiega il groviglio delle situazioni e degli eventi che si stanno vivendo in questi giorni, da settimane, da quel quattro marzo 2018 che sembra appartenere a un’altra epoca, quando gli italiani hanno dato, con il loro voto, uno scossone irreversibile ai “sistemi” politici consolidati. Volente o nolente la “svolta” si è verificata, e che i “sistemi” reagiscano è fatto “naturale”.
Dunque bisognerà attendere lo svolgersi della storia, giungere necessariamente alla sua conclusione, quale che sarà, per poi tirare le somme e cercare di mettere a posto i pezzi sparsi del puzzle. Soltanto nell’imminente “dopo” forse (da sottolineare il “forse”) si potrà comprendere il significato di ciò che toccherà agli Italiani. Alla fine (fantapolitica?) si potrebbe anche scoprire che (loro malgrado) Salvini e Di Maio e ciò che hanno rappresentato e rappresentano, sono stati “strumenti” utilizzati da chi può farlo. Indisturbato e ignoto. Fantapolitica? Sicuramente…