Archimede il genio. Archimede il filosofo, il matematico, il pacifista che costruiva le sue armi unicamente per difesa. Ne emerge una figura estremamente affascinante in questo libro di Annalisa Stancanelli. (Melino Nerella edizioni, pagg. 147, € 12.00). Un romanzo che è una via di mezzo tra il romanzo storico e il noir, con molte trovate originali a renderlo gustosissimo, infarcite da una fitta rete di misteri che nel terzo secolo a. c. coinvolgono il grande siracusano. E’ palese da queste pagine la grande determinazione dell’autrice a rendere omaggio ad Archimede, un personaggio che tutto il mondo ci invidia eppure poco ricordato dai siracusani. Nel Planetario Annalisa racconta di storia, di scienza, di filosofia ellenistica, cita Ovidio, Claudiano, letterati latini postclassici, senza mai appesantire la narrazione; anzi. avvalendosi di una scrittura fresca e briosa, la rende fruibile anche ai ragazzi, agli studenti che volessero iniziare il loro approccio con Archimede. Annalisa è giornalista de “La Sicilia”, docente di materie letterarie, coltiva la passione per la storia, ha scritto il suo romanzo con lo spirito da cronista e da studiosa intenzionata a dipanare misteri non ancora risolti. Ed ecco questo viaggio a ritroso nel tempo, impregnato di magia, in quella che fu la patria della cultura e della civiltà, tra Siracusa ed Alessandria. Archimede impegnato a difendere il suo popolo, a scoprire l’assassino dei suoi amici. Avvolto in un labirinto di situazioni e intrighi per difendere il segreto della Camera di Thot, questo sconosciuto “scrigno” sigillato e nascosto all’interno della Sfinge in Egitto.
Il fascino del romanzo storico, a differenza del saggio, consiste proprio in questo: riuscire a conferire ai protagonisti azioni e tratti umanitari con pennellate singolari, frutto dell’ingegno dell’autore. Ed Annalisa nella sua opera ha contribuito senz’altro a risvegliare l’interesse e la curiosità attorno a uno dei più grandi personaggi di tutti i tempi.
Annalisa, come nasce questo romanzo su Archimede?
Archimede è un personaggio che mi affascina sin da quando ero bambina e mio padre mi regalò l’Enciclopedia dei Ragazzi dove vi era un fascicolo dedicato ai Grandi Personaggi; Archimede era lì che difendeva la sua Siracusa. Negli ultimi cinque anni, poi, collaborando con il quotidianoLa Sicilia ho avuto l’occasione di approfondire la storia della Tomba di Archimede che per alcuni studiosi è quella struttura chiamata “Mausoleo ellenistico” che si trova in via Necropoli Grotticelle, ho recensito alcuni libri per la pagina culturale dello stesso quotidiano dedicati ad Archimede, tra i quali “Il Grande Archimede” di Mario Geymonat, che ha scritto la bella prefazione del mio romanzo, ed infine ho curato alcuni speciali. Dall’incontro casuale con l’opera “Le Antiche Siracusae” di Vincenzo Mirabella del1613 in cui si parla dei luoghi archimedei della Siracusa ellenistico-romana e dall’invito di Silvio Aparo a scrivere un “giallo” è nato questo libro, come dici tu correttamente, una via di mezzo tra un romanzo storico, un noir e un thriller avventuroso; tutti i generi letterari da me prediletti. Tanti grandi personaggi del passato sono stati coinvolti in misteri; da Aristotele a Platone, da Dante a Machiavelli, fino a Leonardo Da Vinci. Perché, allora, non mettere alla prova le straordinarie capacità deduttive e l’intuito del celebre scienziato? Affascinata da sempre dall’Egitto con i suoi misteri, dalle piramidi e dalla Sfinge, ho fatto perno sulla vicenda alessandrina di Archimede, che studiò nella bella città del Faro da giovane e vi lasciò numerosi amici, ed ho collegato una serie di omicidi verificatisi nella Biblioteca di Alessandria con l’assedio romano di Siracusa unendo fantasia e storia. Ho fatto una scelta narrativa; a partire dal misterioso e affascinante planetario di Archimede ho fatto partire tre vicende, due ambientate nel passato, tra il213 a.C e il212 a.C., ad Alessandria, Siracusa e Roma, e una nel futuro prossimo, 2012, che fanno riferimento ad Archimede.
Qual è il più grande torto che i siracusani hanno fatto al loro figlio più illustre?
Dimenticarlo; abbiamo solo una statua, un busto e una Piazza dedicati al matematico che tutto il mondo ci ha invidiato nei secoli e ancora ci invidia. Non ci sono manifestazioni annuali, celebrazioni (nel resto del mondo ci sono Convegni di livello internazionale continuamente) e soprattutto luoghi culturali e scientifici che lo ricordano, ricordano la sua opera e la promuovono. I giovani spesso lo confondono con il personaggio a fumetti di Topolino, Archimede pitagorico, e non sanno che Archimede ha anticipato teorie che sono state poi confermate nel Rinascimento e nel Barocco ed ha creato congegni meravigliosi, orologi ad acqua, organi idraulici, strumenti di misurazione del tempo, strumenti per la navigazione, il planetario, forse il primo computer della storia e ancora macchine da difesa e da attacco superiori a tutte quelle allora in uso. Fortunatamente da poco un professore di matematica e fisica, un privato cittadino, ha aperto un “Tecnoparco”dedicato ad Archimede con le macchine ricostruite in legno e sta avendo successo soprattutto fra gli studenti
Cosa si dovrebbe fare, invece?
Come scrivo nella mia “Nota introduttiva” il minimo che si dovrebbe fare da parte degli Enti Locali sarebbe promuovere il genio di giovani studenti e ricercatori in nome di Archimede con l’istituzione di Borse di Studio, assegni di ricerca, cattedre universitarie “ad hoc” magari sulle energie rinnovabili (pensiamo agli studi di Archimede sulla luce solare) con una Biblioteca scientifica e soprattutto nella prospettiva meravigliosa del Museo di Alessandria che Archimede frequentava abbinare ad un’Università con Facoltà Scientifiche all’avanguardia un Archimedelab, un laboratorio didattico dedicato ai bambini, con esperimenti da fare e non solo da osservare. Un luogo di studio e scoperta per i bambini così dimenticati, come Archimede, nella città di Siracusa.
Hai intenzioni per il futuro di scrivere ancora su Archimede?
Penso di sì; per il momento sto raccogliendo materiale su Caravaggio, uomo affascinante e misterioso ma Archimede ha ancora molti aspetti da approfondire che non ho voluto toccare per non far perdere ritmo al mio romanzo, costruito per agganciare l’attenzione del lettore e tenerla viva fino all’ultimo in un’altalena temporale fra passato e prossimo futuro; Archimede ha avuto un passato e potrebbe avere un futuro ancora da investigatore all’Aristotele della Doody. Trovandosi ad Alessandria d’Egitto potrebbe, e dico potrebbe, esser stato coinvolto nella misteriosa sparizione della Tomba di Alessandro Magno e in un fortuito ritrovamento delle schiave d’oro di Efesto….ma questa è un’altra storia, o forse un altro libro…
Salvo Zappulla