Il tributo dell’architetto anfuso alla sua sicilia
Se avrete l’avventura di incontrare e conoscere, come è successo a me, l’architetto Giuseppe Anfuso (per gli amici Pippo) vi sembrerà di trovarvi di fronte, più che ad un affermato professionista, ad un aviatore: uno di quelli “epici”, di quelli che agli inizi del ‘900 fecero la storia dell’aviazione, per intenderci, quelli dei tempi romantici del Barone Rosso che duellavano in cielo con i biplani e che indossavano quella lunga sciarpa di seta che in volo garriva al vento. Anche il nostro “architetto volante” indossa sempre un foulard di seta ma pur essendo un romantico uomo d’altri tempi ama fare i suoi bellissimi scatti fotografici a cavallo di un elicottero.
I suoi primi scatti furono quelli per il volume Recuperare Catania, del 1988, al quale hanno dato il loro contributo, oltre al nostro Anfuso, i migliori nomi dell’architettura e dell’ingegneria civile catanese. Il volume esamina minuziosamente le strutture di ben ventuno complessi architettonici di Catania, fornendone le effettive condizioni strutturali del momento e le relative proposte di recupero. Un eccellente lavoro corale impreziosito dalle foto aeree a colori che mostrano inusuali scorci delle più belle architetture della città.
Dopo avere pubblicato Piazze della Provincia di Catania, nel 2001, e Il Palazzo dei Minoriti, nel 2002, si ripresenta al suo pubblico nel 2006 con Catania dal cielo.
Poi, quasi a seguire nel dicembre 2006, pubblica Viaggio a Catania. Con quest’opera in sei volumi, stampata in edizione limitata, Anfuso ha voluto pagare un debito con la sua città. Un debito contratto a seguito del suo abbandono per trasferirsi a vivere e lavorare a Roma. E allora eccolo che immagina una chiacchierata confidenziale, in una prosa rimata, con l’architetto catanese dell’ottocento Sebastiano Ittar, figlio del più noto Stefano, in cui si commentano le bellezze della Catania barocca.
Ma l’opera che ci ha più commosso tra i lavori di Pippo Anfuso è indubbiamente C’era una volta Ognina del 2009.
È un mirabile e accattivante affresco dell’antico borgo marinaro a nord del centro urbano di Catania e nel quale l’autore è nato e cresciuto. È l’ennesimo tributo di Anfuso alla sua Catania, ai catanesi e, eccezionalmente e teneramente, alla sua famiglia; ma è anche un grido d’allarme per lo storico borgo di Ognina che sorge sui ferrigni scogli lavici dell’Etna bagnati da quel mare dal quale, ancora oggi, miti e leggende riemergono ogni qual volta ci si sofferma a guardarlo.
Provate a passeggiare all’alba lungo il porticciolo di Ognina, antica insenatura che ancora resiste alla totale cementificazione urbana, e vedrete le piccole barche da pesca sparse sul mare; tornano quelle dei pescatori uscite le sera prima, tornano cariche di pescato; quelle uscite da poco restano a poche decine di metri dalla costa. L’aria è fredda ma l’odore del mare, della salsedine, è predominante. La luce aumenta; ora si percepisce anche l’odore del sole, l’odore delle cose scaldate dal primo sole, l’odore della terra, delle basole di pietra lavica coperte di salsedine. I rumori sono ancora pochi e i vestiti invernali cominciano a dare un po’ di fastidio. Fate un bel respiro e vi viene voglia di alzare la testa a guardare il cielo terso e azzurro. La mano che istintivamente si porta sulla fronte vi protegge dall’accecamento dei raggi del sole apparso all’orizzonte.
All’orizzonte il tuo sguardo ci arriva dopo avere attraversato tutta la gamma dei colori che va dal nero della scogliera lavica al grigio dei grossi ciottoli levigati e bagnati dal mare; dal bianco della schiuma delle onde, che ancora non hanno raggiunto la quiete dell’estate, al blu intenso dell’acqua fonda proprio li sotto di te; dall’azzurro dell’acqua più lontana al verde del mare che tocca l’orizzonte. E lì c’è il cielo sempre più azzurro man mano che alzi lo sguardo fino al bianco dei raggi del sole che ti costringono a chiudere gli occhi. Ora senti il vociare confuso dei pescatori che sul piccolo molo vendono il frutto del loro lavoro. La mente vola: leggende, favole, ricordi di storie nate sui banchi di scuola, di film mitologici, di studi universitari, di letture più o meno importanti, di viaggi lungo le coste della Sicilia. Ti sembra di sentire le voci di marinai di ogni stirpe, provenienti da ogni parte del Mediterraneo; gente che approda sulla nostra costa con legni e vele di ogni tipo, giusto il tempo per scaricare o caricare, per vendere e comprare e poi ripartire per il prossimo emporio costiero. Nell’attesa del vento favorevole per rimettersi in viaggio i marinai tirano in secca le navi, accendono i fuochi e raccontano di mitici personaggi d’oltremare, di riti religiosi per nuovi dei, e gli antichi culti siculi si mischiano, si scontrano con quelli di gente che arriva nella “terra di Efesto” dopo avere attraversato il Mediterraneo in lungo e largo; portatori di culture di mare, di culture espresse da civiltà dominanti: Fenici, Micenei, Achei, Dori e così via.
In C’era una volta Ognina oltre alle bellissime foto in bianco-nero e a colori di Anfuso, si alternano le precise e puntuali note storiche di Antonio Tempio, una rara documentazione grafica, piccoli cadeau in versi e contributi di archeologi qualificati e di amici appassionati, il tutto in una elegante veste grafica, come del resto anche i gli altri volumi di Anfuso che sono pezzi da non perdere per i collezionisti di testi artistici; compreso la sua ultima fatica, Palermo dal cielo del 2010, recensito in modo eccellente da La Repubblica.
Corrado Rubino
Giuseppe Augusto Anfuso, architetto, è nato a Catania. Dal 1963 vive e lavora a Roma dove, nel suo atelier-laboratorio alla Lungara, si occupa essenzialmente del recupero e del riuso del patrimonio, architettonico pubblico e privato. Per le sue pubblicazioni utilizza foto che realizza personalmente dall’elicottero ed un linguaggio volutamente non convenzionale, che al fa pensare alla “Volgar prosa rimata”, del cavalier Pietro Leporeo (1652)” citato dal prof. Paolo Portoghesi in una delle sue recensioni.
I suoi studi e le sue proposte per il recupero del centro storico di Catania sono stati pubblicati in recuperare catania (Gangemi Editore Roma 1998) e recensiti da numerose riviste di architettura, in particolare l’Architettura Cronache e Storia utilizza le sue foto dal cielo per documentare un numero monografico su Catania. Su incarico della Provincia Regionale di Catania, sotto la presidenza dell’on. Nello Musumeci, ha svolto studi e ricerche su tutti i Comuni della Provincia dì Catania, pubblicati in piazze della provincia di catania (Biblioteca della Provincia Regionale di Catania 2001) e successivamente, studi e ricerche sull’ex convento dei Minoriti, pubblicati ne il palazzo dei minoriti (Biblioteca della Provincia Regionale di Catania 2002).
Nel 2005 pubblica catania dal cielo, con Greco Editore. Monforte Editore lo ripubblica nel 2006.
Nel 2007 pubblica viaggio a catania, con Monforte Editore, in sei volumi.
Nel 2009 pubblica c’era una volta ognina con Monforte Editore.
Nel 2010 pubblica palermo dal cielo, con Lussografica Editore.
Svolge inoltre attività professionali e, per quanto concerne Catania, a seguito d’incarico della Sovrintendenza ai BB. AA. CC. di Catania, é autore del museo uniformologico realizzato nelle sale a piano terra del Palazzo di Città di Acireale.