Come la Legge di Stabilità colpisce i commercialisti

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Con l’approvazione dell’ormai famigerato maxi emendamento, sabato 12 novembre, è stata approvata la legge di stabilità, (Legge 183/2011) ultimo atto del Governo Berlusconi.

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All’interno della complessità degli interventi, alcuni in modo particolare sembra vogliano colpire una categoria professionale, quella dei commercialisti, che ha svolto e tutt’ora svolge una importante ed insostituibile funzione oltre che economica, anche sociale e civica, e che quindi non merita di essere maltrattata da nessun governo.

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Non vi è dubbio che questa categoria è sempre stata in prima fila nella modernizzazione dell’apparato statale legato alle entrate fiscali. E’ stata ed è “servitrice” insostituibile per i milioni e milioni di documenti e dichiarazioni fiscali inviati telematicamente, con grande risparmio da parte dello Stato, e grandi sacrifici da parte della categoria. Con un click in pochi giorni arrivano nel sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate milioni di dichiarazioni dei redditi, milioni di pagamenti, ma chi li produce? Chi impegna il proprio tempo ad interpretare e poi trasformare in atteggiamenti informatici le norme? Quante migliaia di persone (addetti al caricamento dati) lo Stato ha potuto risparmiare nel corso degli anni grazie a questo? E la tempestività delle informazioni che riceve lo Stato per poter meglio attivare le procedure di controllo e di accertamento, grazie ai commercialisti, come le vogliamo considerare?

A questo Stato, purtroppo, che ha solo la necessità di recuperare risorse facendone pagare i sacrifici sempre “agli altri” e mai a se stesso, nulla interessa di questo ruolo.

Con questa legge, quindi, si interviene sulla categoria attraverso:

  • l’abolizione del compenso per le trasmissioni telematiche;
  • l’abolizione dei collegi sindacali e la loro sostituzione con il sindaco unico;
  • l’abolizione delle tariffe minime professionali;
  • il riconoscimento delle società professionali

I compensi corrisposti dal Fisco e percepiti da professionisti, intermediari e Caf per l’invio di dichiarazioni e F24 a partire dal prossimo anno verranno eliminati. L’intermediario che invia l’F24 dei propri clienti, quindi, non potrà più ottenere dallo Stato il compenso di 1,03 euro per ogni delega trasmessa. Anche per la presentazione telematica delle dichiarazioni è stato eliminato il compenso a carico dello Stato, mentre per i modelli 730 trasmessi dai Caf e dagli altri intermediari abilitati ci sarà una sensibile riduzione. Si lavora per lo Stato a compenso zero. . .   “E io pago”

In merito ai collegi sindacali, viene disposto che nelle Srl il controllo di legalità dei conti viene affidata non più all’organo collegiale, bensì a quello monocratico. Viene prevista la possibilità di nomina alternativa tra un sindaco unico o un unico revisore. La riforma quindi modifica l’articolo 2477 del Codice civile che diventa “Sindaco e revisione legale dei conti”.  La nomina del sindaco unico nelle Srl risulta obbligatoria, se il capitale sociale è uguale o superiore a 120mila euro, il minimo previsto per le società per azioni, e in casi specifici che vanno dalla tenuta della redazione del bilancio consolidato, alla società che controlla un’altra tenuta alla revisione legale dei conti, nonchè quando si supera per due esercizi consecutivi, due dei limiti indicati nell’articolo 2435 bis del Codice civile (totale dell’attivo dello stato patrimoniale di 4.400.000 euro; ricavi delle vendite e delle prestazioni di 8.800.000 euro; dipendenti occupati in media durante l’esercizio di 50 unità). Per le società per azioni, invece, la legge di stabilità interviene sull’articolo 2397 del Codice civile, stabilendo che la nomina del sindaco unico è prevista per le spa con un patrimonio netto o ricavi inferiore alla cifra di 1 milione di euro.  Il lavoro e le responsabilità aumentano concentrandosi su un’unica persona, ma i compensi restano fermi?  . . .  “E io pago”

Altro tassello della legge di stabilità è rappresentato dall’abolizione delle tariffe minime professionali. Bene, da un lato la possibilità di pattuire la parcella con il cliente è sicuramente positivo per il mercato, ed avrà l’effetto di accrescere la competizione tra i professionisti, e ciò non guasta. Penso che i professionisti debbano muoversi nel mercato con le stesse regole degli altri attori del mercato, è quindi corretto potersi presentare con un prodotto ed un prezzo. Questo peraltro già si verifica nella maggior parte dei casi di contrattazione privatistica. L’importanza delle tariffe professionali è legata al ruolo guida e di riferimento che le stesse rappresentano nei rapporti con gli enti pubblici e con il tribunale. La loro abolizione determinerà il crollo dei compensi per l’attività professionale prestata nei confronti proprio di questi enti… “E io pago”

Per quanto concerne l’intervento sulle società professionali, la legge di stabilità dà ampia libertà nella scelta della forma giuridica con cui i professionisti potranno svolgere le attività professionali. Srl, spa, snc,  società cooperative. In queste società potranno essere presenti anche soci non professionisti, ma in misura minoritaria. I soci non professionisti potranno effettuare esclusivamente prestazioni tecniche e non professionali, poichè le stesse saranno materia dei soli professionisti.  Anche questa disposizione di per sè non è sbagliata, poichè la necessità di un intervento in materia di società professionali era avvertito da tempo, ed anche sollecitato dalla comunità europea. Ciò che risulta ancora una volta decisamente negativo, è come ci si è arrivati. Infatti anche in questo caso non si è tenuto conto del parere della categoria e delle proposte che la stessa avrebbe potuto avanzare al fine di un migliore avvio del nuovo istituto. Ricordiamo che i commercialisti sono un popolo di 100 mila iscritti e rappresentano una parte importante dell’economia italiana.

Mirco Arcangeli

 

 

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