Che l’Italia stia attraversando uno dei periodi più delicati della sua esistenza socioeconomica è una circostanza che ormai è sotto gli occhi di quasi gli italiani. Molti, moltissimi di questi italiani attribuiscono a Berlusconi l’attuale condizione critica del Paese: Berlusconi ha sicuramente le sue responsabilità, e le ha pagate tutte in una volta, al limite del “linciaggio”, come le contestazioni nel momento delle sue dimissioni hanno dimostrato. Ma le cause di un disastro sempre annunciato vanno ricercate lontane nel tempo, tanto lontane che si è persa la memoria e rinverdirla oggi serve solo a fare dietrologia.
L’oggi si prospetta con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, che ha chiesto per poter formare un Governo che abbia valenza l’appoggio consapevole dei partiti, ed ha posto una condizione, quella che tale Governo non sia a termine e che possa concludere, nella primavera del 2013, la legislatura in corso. In questa condizione formare una “squadra” che mostri coesione e che sia in grado di governare non è impresa facile. L’ex rettore della prestigiosa Bocconi ha grandi capacità, tante che gli hanno permesso pure l’ingresso nel riservato Club Bilderberg, il Club nel quale uomini di alto rango si sono assunti, senza nessun mandato popolare, il compito dei destini, economici soprattutto, del mondo intero. Pensate, nell’ultima riunione di questo Club, tenuta nel giugno scorso a St Moritz, gli italiani presenti nel Gotha, erano con Monti soltanto in cinque, Franco Bernabè, John Elkann, Paolo Scaroni, Giulio Tremonti.
L’incarico a Mario Monti è stato salutato, in special modo all’estero, e in special modo dagli ambienti della grande economia, come un evento estremamente positivo: non c’è da stupirsi.
Se Mario Monti riuscirà a varare un Governo con “una compagine efficace ed efficiente” e con la fiducia del Parlamento per gli italiani sono previsti “provvedimenti impopolari” necessari per uscire dalla crisi.
Qualunque sia il disegno che i poteri forti mondiali hanno prefigurato per il Paese Italia, sarà un disegno a tinte molto marcate. Lo ha compreso Bossi che ha “ratificato la linea politica già espressa al presidente della Repubblica e al presidente incaricato professor Mario Monti”, cioè di opposizione al nuovo governo, deliberando “la riapertura del Parlamento della Padania che tornerà a riunirsi il prossimo 4 dicembre”. Dall’altro capo dell’Italia, in Sicilia, incominciano a venire a galla, ovviamente pilotati, fermenti separatisti con convegni annunciati che esalteranno le idee indipendentiste degli Anni Quaranta. Anche se, accademicamente, questi indirizzi potessero essere considerati legittimi, hanno l’importante risvolto di fare il gioco di Mario Monti e di chiunque voglia mantenere uno stato di destabilizzazione sul territorio.
Sono giorni difficili, questi che l’Italia sta attraversando, e purtroppo tutto ciò cade, come abbiamo avuto modo di dire in altre circostanze, nell’indifferenza, frutto della consapevolezza che il cittadino non ha voce in capitolo nelle scelte perché privo di strumenti adeguati. In una indifferenza che cala su tutto, copre ogni cosa come un velario mortale. Una indifferenza che piace ai governanti, che favorisce ogni tipo di malefatte, che domina ogni tentativo di rivalsa.
Salvo Barbagallo