Genova è in ginocchio, la situazione che si è presentata stamane agli increduli cittadini genovesi non lascia spazio alle parole. Una città devastata dall’alluvione che ieri ha fatto esondare i suoi fiumi. Le zone più colpite sono un insieme di negozi allagati dove merce e attrezzature sono andate tutte perse. Distrutte dalla furia delle acque. Nei visi della gente la paura di nuove piogge, come per l’alluvione di 10 giorni fa che ha devastato sempre la Liguria e parte della Toscana.
La paura domina oggi gli sguardi, paura e incredulità. La quasi tragica certezza che le parole dei politici non saranno seguite dai fatti, che nessuno aiuterà concretamente a rilanciare attività produttive che sono andate distrutte. Per qualcuno è addirittura un “déjà vu” dell’alluvione del 1970. Quando alle parole, anche in quel caso, non seguirono i fatti.
Andiamo con ordine. A soli dieci giorni dall’alluvione che ha devastato i paesi dello Spezzino, dalle Cinque Terre alla Val di Vara, una furia di acqua e fango ha colpito il capoluogo ligure. Da Quezzi a Marassi sino a via XX Settembre sono scene di devastazione. Genova e i genovesi piangono sei vittime, piangono sapendo che ognuno d’essi poteva essere uno di quei sei cadaveri. Lunedì le scuole di Genova rimarranno chiuse, in memoria delle 6 sfortunate vittime sarà lutto cittadino.
La città ha quasi un aspetto spettrale, circolano i mezzi pubblici ma dalle 6 di questa mattina è divieto assoluto di circolazione per i mezzi privati. L’aeroporto è stato riaperto, come sono stati ripristinati quasi del tutto i servizi essenziali: luce e telefono. Dai rubinetti esce acqua sporca, marroncina. Nelle zone più colpite dalla furia del torrente Fereggiano (quelle del quartiere Marassi) hanno lavorato per tutta la notte i vigili del fuoco e la protezione civile, gli addetti alle fognature e i tecnici Enel.
Il maltempo prosegue, sposta la maggiore intensità verso il savonese e in Piemonte, scatta nuovamente l’allerta per le popolazioni. Ad Alassio le onde, altissime, hanno raggiunto le vetrine dei locali della passeggiata mentre ad Albenga, alla foce del Centa, il mare ha raggiunto forza 7. Mareggiate anche a Varazze e Celle Ligure.
A Genova intanto le ferrovie in mattinata non riescono a gestire il caos. Viene riaperta la stazione di Brignole, ma risulta impossibile per i passeggeri scendere dai treni, decidono di proseguire verso la stazione Principe. Con i disagi conseguenti a questa scelta non comunicata, pare, neanche al personale viaggiante Trenitalia.
L’arcivescovo di Genova, il cardinal Bagnasco, ha visitato il quartiere Marassi e ha incontrato i cittadini. “Siate forti è come l’alluvione del `70. Il dolore è grande, ma ora è il momento di rimboccarsi le maniche”. La Presidenza della Cei ha disposto un contributo di un milione di euro dai fondi dell’otto per mille destinati alla Chiesa cattolica. Somma che si aggiunge alle raccolte promosse a livello locale dalla Caritas Italiana, che si era già attivata in seguito all’emergenza che ha colpito nei giorni scorsi la Liguria e la Toscana.
Intanto la Procura di Genova ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di disastro e omicidio colposo contro ignoti. Saranno nominati dalla stessa Procura dei periti che dovranno individuare e indicare le cause che hanno portato a questo disastro e deciderà poi la Procura se ci saranno responsabilità personali da perseguire.
Come in ogni disastro che si rispetti dopo sale il livello di allarme. Si rilanciano allarmi evacuazione, si teme che nuovamente il Fereggiano possa esondare ma il maltempo, come detto, si sta spostando. Proseguono le piogge ma con minore intensità, mentre la situazione si aggrava a La Spezia e in Piemonte, dove sono già circa 1.500 le persone sfollate.
Ora a preoccupare è il Po, a dichiararlo è il capo della Protezione Civile nazionale, Gabrielli. L’ondata di piena è prevista nelle prossime 24-36 ore (a partire dalla notte tra domenica e lunedì). Gli esperti meteo avevano avvertito: La perturbazione che ha provocato l’alluvione di Genova non accenna infatti ad abbandonare l’Italia nord-occidentale ed è attesa nuova pioggia. Rovesci elevati anche su Lombardia, Trentino, Veneto occidentale, Toscana centro-settentrionale, Emilia Romagna occidentale e Sardegna. Domenica le perturbazoni si sposteranno verso Sardegna, Lazio meridionale, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Piemonte la perturbazione sta provocando frane (una ventina) ed esondazioni nella zona di Ovada (Al). Alle 4,45 una volante della polizia alle porte di Alessandria ha messo in salvo quattro famiglie che stavano per essere travolte dalla tracimazione del Bormida, poi l’auto stessa è stata travolta dall’acqua ma fortunatamente i due agenti sono riusciti a mettersi in salvo.
Fin qui quindi abbiamo parlato della paura e della preoccupazione, ma non sono mancate le polemiche. I cittadini hanno contestato il sindaco, Marta Vincenzi, per non aver ordinato la chiusura delle scuole e perché non sarebbe stata garantita la perfetta manutenzione di tombini e canali. Ma la prof.ssa Vincenzi replica alle polemiche ritenendo non prevedibile l’intensità dell’alluvione e sostenendo esser più sicure le scuole per i ragazzi. Difesa cui i cittadini replicano con gli inevitabili orari di uscita dalle scuole stesse, assolutamente coincidenti purtroppo con l’evento disastroso.
I danni si quantificano a una prima sommaria stima a oltre 7 milioni di euro per le infrastrutture e oltre un milione di euro per gli esercizi commerciali.
Genova è comunque forte, si riprenderà. La forza di questa città sarà più forte di quella di ogni avversità.
Luigi Asero