Nell’attuale tempo di crisi globale e generalizzata, mentre in Italia la politica e l’economia vanno alla ricerca di un nuovo Governo del Paese, mentre in Italia cresce il malessere, la disoccupazione e il degrado ambientale, la Sicilia sembra essere in un pianeta a sé stante, distante anni luce, in un’altra costellazione. Non certo perché le cose vadano meglio, ma quanto perché l’indifferenza sta avendo il sopravvento sui mille problemi del contingente. I parlamentari sono impegnati a fare la spola dall’isola alla capitale, luogo dove si giocano i destini nazionali, i deputati regionali pensano a curare le loro clientele e si preparano ad affiancare i loro leader in vista delle probabili elezioni. In questo contesto farraginoso la vera informazione latita, di ciò che accade sul territorio isolano ben poco si apprende a tutti i livelli: dal Ponte sullo Stretto, alle basi militari utilizzate nella “guerra” alla Libia, allo sfruttamento energetico ad opera delle Compagnie petrolifere statunitensi. L’indifferenza, frutto della consapevolezza che il cittadino non ha voce in capitolo nelle scelte perché privo di strumenti adeguati, l’indifferenza cala su tutto, copre ogni cosa come un velario mortale. Una indifferenza che piace ai governanti, che favorisce ogni tipo di malefatte, che domina ogni tentativo di rivalsa. La collettività sta alla finestra, sperando nei miracoli, che non possono verificarsi: il sistema clientelare blocca qualsiasi aspirazione: se si vuol trovare un posto di lavoro bisogna passare necessariamente dalle segreterie politiche, e la processione dei postulanti appare infinita e dai politici, oggi come oggi, si ottengono solo promesse la maggior parte delle quali non possono essere mantenute. Il baratro è sotto gli occhi di tutti, anche degli occhi di chi sta in condizioni migliori. In questo quadro desolante c’è, comunque, ch ci guadagna e pensa al “dopo” programmato: è il caso della devastazione del territorio da parte delle Compagnie petrolifere che sanno di trovare l’oro nero nella nostra Terra.
In merito vogliamo riproporre un articolo pubblicato daLa Vocedell’Isola oltre un anno addietro, nel maggio 2010, per dimostrare, se mai occorresse, che nulla cambia e chi si fa i propri interessi continua a farseli con il beneplacito dei nostri governanti.
Salvo Barbagallo
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