Ultima giornata del 2011 indimenticabile per il piccolo comune di Licodia Eubea. Si pensava al Capodanno in arrivo il 27 dicembre, ci si preparava a salutare il vecchio anno che va via per accogliere il nuovo 2012. Un rito forse, sappiamo che spesso non cambia nulla. Ma un rito gioioso.
Fredda oggi Licodia Eubea, ci accoglie un vento gelido. Il navigatore ci aiuta a trovare il percorso per giungere in tempo, nessuno per le strade. Sembra quasi un paese fantasma. Ci avviciniamo alla Chiesa Madre. Sono tutti là gli abitanti di questa località. La Chiesa è gremita, neanche un posto in piedi. Una grande compostezza fra tutti. Ci sono tanti amici, conoscenti, compaesani, colleghi universitari. Ci siamo noi, blogger e giornalisti che siamo qui stavolta non per lavoro, ma per l’ultimo saluto a un’amica sconosciuta. Conosciuta purtroppo soltanto grazie alla cronaca nera.
Quella cronaca che alle 11 del 27 dicembre ha impietrito tutti. Stefania è morta, suo nonno che ha tentato di difenderla è morto, la nonna si è salvata soltanto perché ha fatto in tempo ad avvisare i Carabinieri.
Delitto passionale, raptus… se così si può definire un femminicidio allora va bene. Ma non è un “delitto passionale”, è un femminicidio. Stefania è stata assassinata squarciandole gola e torace perché ha deciso di troncare definitivamente una tormentata relazione. Uccisa perché aveva soltanto deciso di vivere.
Ci colpisce la compostezza con cui tutti ascoltano l’omelia prima e le belle parole di chi l’ha conosciuta in vita dopo. Parole di speranza, parole di ricordi che offuscano la mente liberandola al contempo. Una ragazza solare, con grande senso civico, con la voglia di aiutare gli altri e di contribuire attivamente a un mondo migliore. Sogni da ragazzi, sogni che meritano di vivere, di nutrire speranze per un mondo almeno più decente.
Sogni spezzati… infranti, squarciati. Da una lucida follia, da un folle desiderio di possesso che non rispetta la natura umana, che non rispetta troppo spesso la donna, che non rispetta semplicemente il Creato. Chissà cosa penserà in questi momenti Loris Gagliano, il suo assassino. L’uomo che le prometteva eterno amore e protezione.
La Funzione si conclude, poi il lungo corteo accompagna Stefania e il nonno Paolo per le vie del paese fino al vicino cimitero, fino a quell’ultima casa dove per sempre riposeranno insieme. Lì la famiglia, distrutta pur nella sua estrema e incredula compostezza, riceve le condoglianze di tutti. Una processione infinita che dura forse più della stessa Funzione funebre. Calano le tenebre su Licodia Eubea. Sono ormai le 17.30. Pian piano le persone tornano sui loro passi. Stefania e nonno Paolo sono ormai giunti a destinazione. Per tutti noi era l’ultimo saluto.
Il freddo sembra diminuire, il vento si è calmato. Si rientra sulle proprie auto, ma quasi un senso di tepore ci accompagna. Sembra quasi che Stefania abbia voluto ricambiare tutto l’affetto ricevuto dandoci ancora un po’ del suo calore, della sua gioia di vivere. Era un ultimo saluto, ci rendiamo conto che è soltanto un “arrivederci”.
Il 2011 di Licodia Eubea è finito, come nel resto del mondo ormai. Fra poco meno di due ore entra il 2012. Ma questo 2011 Licodia non potrà più dimenticarlo.
Luigi Asero