“Manovra Monti”: ma l’equità dove sta? A giudizio di molti, milioni, di italiani questa “equità” che dovrebbe salvare il Paese con la richiesta di nuovi sacrifici, questa “equità” non si vede proprio. E, a quanto pare, se ne stanno accorgendo i sindacati ed anche i mass media, se pur con mille cautele perché le reazioni di contrapposizione possono avere esiti imprevedibili.
Sul “Corriere della Sera” Alberto Alesina e Francesco Giavazzi affermano a chiare lettere che “Nel decreto varato domenica scorsa dal governo, e che ora deve essere approvato in Parlamento, vi sono alcuni aspetti positivi, altri meno. Mancano misure la cui assenza ci ha sorpreso. E vi è un errore di metodo che si ritrova anche nelle raccomandazioni della Commissione europea all’Italia”. Secondo i due giornalisti uno degli errori fondamentali è “nel ritenere che la crescita dell’economia sia indipendente dalle manovre sui conti pubblici e soprattutto dalla loro composizione (aumenti di tasse o tagli alle spese). Se, prima di domenica, la crescita per il 2012 era prevista a -0,5 per cento, ora sarà necessariamente diversa: data la composizione del decreto (quasi solo tasse) temiamo che la caduta del reddito sarà più accentuata”.
Anche per i sindacati, che hanno dato il via alla nuova stagione di scioperi, le cose non vanno per il verso giusto in quanto il Governo è rimasto sulle sue posizioni. Per il il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso “Se la soluzione si chiama indicizazione e Imu non risponde alle richieste che abbiamo fatto”. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, ritiene “che ci sia bisogno di molta più equità. Si è mal cominciato e l’opera è già compromessa per metà”. Anche il segretario generale dell’Uil, Luigi Angeletti non vede un cammino sereno: “Non abbiamo grandi speranze che le richieste sindacali saranno inserite nella manovra”.
Monti sicuramente andrà avanti per la strada che ha tracciato con il suo Governo “tecnico”: non avrà tentennamenti, sicuro che il Parlamento gli darà la fiducia richiesta. Gli italiani? Probabilmente sopporteranno anche questi nuovi sacrifici, almeno fino a quando nel frigorifero rimane qualcosa da mangiare. E qualcosa da mangiare resterà sempre.
Intanto reazioni contro la “Manovra Monti” anche in Sicilia.
Gli aderenti alla sezione regionale della Federazione Autotrasportatori Italiani, riuniti a Catania, si sono detti pronti, in accordo con molti autotrasportatori pugliesi e calabresi, a programmare azioni di protesta contro le misure adottate dal nuovo Esecutivo che, in particolare con l’aumento delle accise sui carburanti, mettono a serio rischio la sopravvivenza delle aziende del settore. Oltre alla manovra anche l’aumento incondizionato dei tassi bancari, l’impossibilità di accesso al credito, l’incremento delle polizze assicurative e in alcuni casi anche la negazione della copertura assicurativa e l’assenza di chiarezza sui fondi destinati al settore, rischiano di compromettere la vita delle aziende di trasporto. La prossima settimana ogni singola sezione regionale porterà la voce dei propri iscritti all’attenzione del Comitato nazionale di FAI ed Unatras che assumeranno posizioni e decisioni ferme e condivise. Il Presidente della FAI Sicilia, Giovanni Agrillo, ha dichiarato: “Le drastiche e repentine azioni dell’esecutivo tecnico porteranno ad incolmabili deficit sul settore autotrasporto con evidenti conseguenze per il Paese. Il rincaro delle accise sui carburanti rischia di compromettere irrimediabilmente i bilanci delle imprese che a breve non avranno più la possibilità di dare servizio a supermercati, centri distribuzione, farmacie, cantieri, ecc. Se il Governo respingerà la nostra richiesta d’incontro andremo avanti con azioni di protesta, condivise su scala nazionale”.