Vite abbandonate…vite vissute, questo il titolo della mostra tenutasi presso la sala Espositiva Guido Maddaleni dell’Apf (Augusta Photo Freelance). La mostra patrocinata dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) è stata realizzata dall’architetto palermitano Luigi Mirto.
A oltre trent’anni dalla legge Basaglia, che chiudeva l’era dei sanatori, questo reportage descrive con un magistrale bianco e nero: sguardi alienati, sorrisi isterici, abbracci mancati di persone che con un grido muto urlano al cielo il loro dolore. Ventisei scatti per raccontare il disagio di chi vive ai margini. L’uso della fotografia a pellicola blocca quei momenti in un istante atemporale in sospeso tra un passato doloroso e un futuro incerto. Evidente risulta il gusto per l’asimmetria e per le visioni prospettiche che dipingono luoghi solitari. Nessun distacco, nessun pietismo suscitano le foto che mettono in luce l’abilità del fotografo che per mesi ha vestito i panni del “diverso”.
Il risultato di questa mimesi ha portato alla naturalezza dei soggetti ritratti che, non avvertendo la lente della fotocamera, si sono mostrati autentici nella loro disarmante quotidianità. La mostra permette di osservare, attraverso uno spioncino, stralci di un mondo che è sempre sotto i nostri occhi, nei vicoli, nelle strade o nelle case abbandonate ma che per distrazione o per proposito si cerca di evitare. Diceva il grande drammaturgo irlandese Samuel Beckett “ Si nasce tutti pazzi, alcuni lo restano”.
Michela Italia