Addio Whitney Houston, mancherai al mondo

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A 48 anni si è spenta Whitney Houston, una delle regine della musica pop tra gli anni ’80 e ’90. La sua morte non coglie purtroppo di sorpresa. Alla vigilia della magica notte dei Grammy, si era sparsa la notizia che Whitney versasse in  gravissime condizioni. La sua storia è il dramma di una grandissima artista per anni ai vertici delle classifiche, amata e venerata da milioni di fan, passata in pochi anni dal paradiso del successo all’inferno della droga e della depressione.

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Oltre ai noti abusi di cocaina, marijuana e psicofarmaci, Whitney ha sofferto drammaticamente il fallimento del suo matrimonio con il cantante Bobby Brown.

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Nata nella periferia del New Jersey, il padre era un militare e la madre Cissy era una cantante di gospel. L’arte e il canto era una dote di famiglia: Whitney era cugina della star pop Dionne Warwick e figlioccia della grande Aretha Fraklin. Raggiunse l’apice del suo successo molto giovane, grazie alla sua voce meravigliosa. Nel 1986 vinse il Grammy e per anni dominò la scena con tantissimi successi mondiali. Negli USA riuscì a piazzare sette singoli consecutivi al numero uno, battendo stelle del calibro di Diana Ross, e perfino dei Beatles. Assieme a Michael Jackson detiene il record dell’artista di colore di maggior successo.

Ma raggiunse anche la grandissima popolarità con le sue apparizioni sul grande schermo in film come “The Bodyguard”, con Kevin Kostner, la cui colonna sonora ha venduto 45 milioni di copie. Con la sua musica e il suo sex appeal ha influenzato una generazione di giovani cantanti, come Christina Aguilera e Mariah Carey.
Dopo gli anni del successo il crollo e la disperazione: da tempo faceva abuso di cocaina, marijuana e pillole varie. In un’intervista del 2002, disse: ”Il più grande demonio sono io. Posso essere il mio miglior amico o il mio nemico peggiore”.  Purtroppo il suo nemico peggiore l’ha strappata al mondo, ci mancherà quella voce unica, comunque indimenticabile.
Luigi Asero

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