Ancora giornalisti occidentali uccisi in Syria

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Muore ancora l’informazione in Syria, insieme al popolo siriano che prova con tutte le sue forze a ribellarsi al regime di Assad. Sono oggi due, una americana e un francese, i giornalisti morti a seguito di un violentissimo attacco a Homs, città martoriata da settimane. L’edificio in cui si trovavano nel quartiere di Bab Amro è stato più volte fatto oggetto di cannoneggiamenti, in tutta la città pare che si spari con una frequenza ormai devastante, non passano più di trenta secondi che non si senta l’eco di spari o colpi di mortaio.

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I giornalisti uccisi sono Marie Colvin, americana del Sunday Times e il fotografo Remi Ochlik, francese. Uccisi all’interno del centro stampa allestito dai ribelli siriani e fatto oggetto, come già scritto, di un violento cannoneggiamento da parte delle forze fedeli al regime di Assad. I due hanno provato a fuggire ma un razzo li avrebbe poi colpiti durante la fuga. Non erano certo nuovi a esperienze in territori a rischio avendo entrambi maturato grande esperienza sul campo in Medio Oriente così come in altri territori a rischio.

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Remi Ochlik, 28 anni, era un fotografo free lance. Collaborava con varie testate internazionali da Le Monde a Paris Match, dal Time Magazine al The Wall Street Journal. Nato a Thionville, nell’est della Francia, ha coperto nel 2011 le rivoluzioni in Tunisia, Egitto e Libia. L’anno scorso ha vinto il Gran Prix Photo Jean-Louis Calderon per tre fotoreportage. Proprio il 10 febbraio aveva vinto il World Press Photo e in un articolo su Paris Match ricordava il collega,  morto sempre in Syria, Gilles Jacquier con cui aveva trascorso l’ultima giornata.

Marie Colvin invece era americana, aveva 54 anni ed era considerata una fra le reporter di guerra con maggior esperienza al mondo. Negli ultimi 20 anni aveva seguito praticamente tutti i maggiori conflitti (Iraq, Cecenia, Sri Lanka, Palestina. Nel 2001 perse un occhio a causa della scheggia di una granata in Sri Lanka. Vari i premi che le sono stati assegnati, in ultimo quello come miglior inviata dell’anno dalla stampa britannica.

Luigi Asero

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