Attenzione: dall’inizio della settimana prossima benzina a rischio per la nuova protesta del movimento dei “Forconi”.
La nuova protesta è stata decisa nel corso di una assemblea del movimento, tenutasi al centro fieristico le Ciminiere di Catania: dall’inizio della settimana saranno effettuati presidi davanti alle raffinerie, nei pontili degli impianti, per non permettere l’imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Il presidente del movimento, nel corso dell’assemblea, si è laciato contro il presidente della Regione Raffaele Lombardo e contro il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello.
“Il presidente Lombardo – ha detto Ferro – purtroppo è scivolato su una buccia di banana, perché ha dichiarato che ci stiamo divertendo davanti alle telecamere. Ma noi non abbiamo bisogno di divertirci, rappresentiamo una parte dei siciliani, quella parte che lavora e non guadagna. Ci siamo stancati di essere presi in giro e di essere catapultati da un tavolo all’altro”.
“A Lo Bello non rispondo più – ha affermato Mariano Ferro – perché sarebbe stato sarebbe stato più utile e intelligente per tutti i siciliani, e per noi stessi, dire che bisognava stare attenti alle infiltrazioni mafiose, che è cosa diversa di asserire che ci sono le infiltrazioni mafiose”.
Dopo lo sciopero dei Tir e la protesta degli agricoltori, quindi ora il Movimento dei forconi è pronto a tornare in piazza: la decisione è stata presa dopo la mancata convocazione del movimento ai tavoli tecnici del governo.
Le nuove iniziative di lotta sono state illustrate dal presidente del movimento, Mariano Ferro, al termine dell’assemblea che si è svolta a Catania. «Non torneremo a fare i blocchi stradali in Sicilia – ha assicurato Ferro – ma vogliamo comunque rilanciare con forza le ragioni della nostra protesta». Il movimento dei forconi annuncia di voler puntare «alla piena applicazione dello statuto siciliano che prevede la defiscalizzazione del prezzo della benzina». E infine l’annuncio destinato a far discutere. Il movimento infatti non esclude di potersi in futuro organizzare in un partito politico. Dunque dalla piazza sarebbero pronti a scendere anche in politica.