Le intercettazioni dell’inchiesta antimafia Iblis, entrano nel processo ai fratelli Raffaele e Angelo Lombardo. Processo che si tiene a Catania davanti al giudice monocratico Michele Fichera della quarta sezione penale del Tribunale di Catania. Stamane è stata anche resa nota la decisione negativa sull’eccezione avanzata, nella scorsa udienza dalla Difesa degli imputati. Secondo il Prof. Guido Ziccone, difensore di Raffaele Lombardo, le intercettazioni (che secondo l’Accusa rivelerebbero il sostegno elettorale di esponenti della criminalità organizzata ai Lombardo) sarebbero state inutilizzabili alla luce di una sentenza della Cassazione del 2010: in sostanza, essendo state effettuate per un tipo di reato che poi è mutato, con un procedimento diverso e che non prevede l’arresto, si possono ancora utilizzare nel processo?
Questa l’eccezione, a cui si era opposta l’Accusa, rappresentata dai Pm Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro, che avevano chiesto in avvio della scorsa udienza la trascrizione delle intercettazioni con un perito. Dopo la comunicazione della decisione del Tribunale, è stato conferito l’incarico appunto al perito l’ing. Lucio Antonino Tamburello. Esaurita la fase procedurale, si entra nel vivo del processo, alla fase dibattimentale. Il 6 marzo infatti saranno sentiti i primi tre testi dell’Accusa, i collaboratori Maurizio Di Gati, Francesco Ercole Iacona e Maurizio Saverio La Rosa.
In molti aspettano l’ udienza del 1 marzo davanti al Gip Luigi Barone, che al momento non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata da Patanè e Zuccaro nei confronti dei fratelli Lombardo per l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa. Il Gip dovrà decidere se archiviare o meno l’inchiesta proveniente dal troncone principale di Iblis, ma potrà anche ordinare nuove indagini o imporre l’imputazione coatta. Nella richiesta di archiviazione, sarebbe stata fatta un’analisi dei singoli episodi elettorali che erano stati contestati nell’avviso di garanzia firmato dai pm Antonino Fanara, Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino e Agata Santonocito rimossi dall’incarico.