L’Italia oggi è in crisi? Tagliamo esercito e velivoli

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Il ministro della Difesa, ammiraglio Gianpaolo Di Paola, annuncia che, a seguito della crisi che sta attraversando il Paese, è opportuno apportare tagli nelle forze armate. È una notizia buona, da una parte, ma, ovviamente, presenta anche i suoi lati negativi: sono pur sempre posti di lavoro che andranno via e quasi sicuramente in maniera definitiva.

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Il ministro Di Paola afferma che “oggi ci sono 183mila militari e 30mila civili nella Difesa: occorre scendere progressivamente, verso 150mila militari e 20mila civili, con una riduzione di 43mila unità”. E questo è un obiettivo che “si potrà raggiungere in dieci anni o poco più attraverso la riduzione degli ingressi del 20-30 per cento e l’applicazione di forme di part time”. I tagli non riguarderebbero soltanto i subalterni, ma anche gli alti gradi: per ammiragli e generali una riduzione superiore, nell’ordine del 30%.

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Riesame anche per le spese di mezzi aerei: anche se la componente aerotattica rimane irrinunciabile: “oggi è assicurata da Tornado, Amx e Av-8B, che saranno sostituiti da Jsf, . Per questo velivolo l‘Italia “ha già investito 2,5 miliardi di euro e Il governo si era già impegnato ad acquistarne 131. Ora il riesame del programma ci porta a ritenere perseguibile l’obiettivo di 90 velivoli, un terzo in meno”, sostiene Di Paola.

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