Uguaglianza…questa sconosciuta!

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Una nuova Europa per meno europei!

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Chissà se i Padri costituenti dell’Unione Europea immaginavano che per aggregare gli Stati si dovesse prima disaggregare la società; chissà se immaginavano che il principio che ha unito e avrebbe dovuto unire per secoli gli individui, cioè quello dell’uguaglianza, dovesse essere sostituito con  quello della disuguaglianza.

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Tale fenomeno, iniziato circa venti anni fa con l’inizio dell’operazione “Globalizzazione” (ovvero unione monetaria, abbattimento dei confini, libera circolazione dei prodotti e dei capitali), oggi colloca il potere finanziario al di sopra del potere statale. Come bene si può intuire, e come spesso abbiamo detto, le logiche che perseguono il potere statale ed il mondo finanziario sono diametralmente opposte. Lo Stato dovrebbe operare nell’interesse di un’area geografica ben determinata, tenendo conto delle dinamiche internazionali; la finanza opera, invece, a livello internazionale tenendo conto solo del profitto da raggiungere.

Paradossalmente però, relegando al mercato il potere di decidere se finanziare o meno uno Stato, gli si concede, seppur in maniera indiretta, il potere di veicolare le decisioni che lo Stato stesso deve prendere.

Due esempi su tutti sono le recenti vicende che hanno attraversato e che stanno attraversando siala Greciache l’Italia, Paesi in cui, ormai, i rispettivi governi non sono più espressione di una volontà democratica bensì esempi di cooptazione.

La Grecia al fine di riuscire a rinegoziare il “proprio” debito e poter svincolare l’ulteriore tranche dei fondi europei e del Fmi entro marzo 2012 (data in cui scade il bond da 14 miliardi di Euro) dovrà incidere ulteriormente sul mercato del lavoro con altre decurtazioni salariali, tipo eliminazione della tredicesima e quattordicesima mensilità, e la vendita di beni statali.

In Italia,  in nome dello spread, dopo aver riformato il sistema pensionistico, garantito il settore bancario e predisposto la vendita dei beni privati, si discute sul se e sul come riformare il mercato del lavoro: come se “precarizzare” l’uomo-lavoratore renda il sistema statale più efficiente!

Secondo le ultime dichiarazioni fatte dai leader dell’asse franco-tedesco in merito al problema Grecia, l’Italia è un esempio da seguire per le misure adottate,  mentre secondo l’ambasciatore americano, l’Italia è di nuovo un interlocutore primario ed affidabile all’interno del continente europeo.

Non penso sia casuale che la concentrazione economica sia aumentata a dismisura in tutta Europa, sia tra gli Stati che all’interno degli stessi.

Sono lontani i tempi in cui per prendere le scelte a livello europeo e realizzare un progetto unico sovranazionale si teneva conto delle specificità nazionali e delle diversità storico-culturali.

Spesso si sente dire che la Germania ha pagato la sua unificazione rinunciando al marco; oggi possiamo dire che la nuova Europa è disposta a pagare la sua unificazione, rinunciando agli europei!

 

Michele Cannavò

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