Oltre 250 persone indagate, 63 ordini di custodia cautelare in carcere, beni sequestrati per circa 15 milioni di euro. L’operazione scattata venerdì 30 a Cosenza fa luce su mandanti ed esecutori di numerosi omicidi e attentati compiuti nell’ambito di una faida fra cosche di ‘ndrangheta che vanno dal 1979 al 2008. Le cosche interessate dai provvedimenti restrittivi sono: Lanzino-Locicero di Cosenza (subentrata a quella dei Perna-Ruà), Muto di Cetraro, Scofano-Mastallo-Ditto-La Rosa e Serpa di Paola, Calvano e Carbone di San Lucido, e Gentile-Besalvo di Amantea.
L’operazione, denominata “tela di ragno”, prende il nome dalla ramificazione delle infiltrazioni mafiose, con particolare attenzione alla gestione pubblica con il tentativo di controllare e indirizzare la programmazione economica sul territorio da parte degli Enti. Ramificazione dalla quale era praticamente impossibile uscire.
Dalle indagini è emerso che le cosche del cosentino, colpite oggi da questa imponente operazione antimafia dei Carabinieri di Cosenza, sono riuscite a infiltrarsi in numerosi appalti pubblici, soprattutto nella zona tirrenica. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, usura ed estorsione. In particolare sono stati ricostruiti 12 omicidi e tre tentati omicidi. Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ci sono le dinamiche criminali di Cosenza e del versante tirrenico della provincia, con la ricostruzione della maggior parte dei fatti di sangue avvenuti negli ultimi 30 anni di guerre di mafia.