È duro il commento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver sentito il premier Mario Monti sul blitz delle teste di cuoio inglesi in Nigeria che ha prodotto anche la morte dell’ostaggio italiano Franco Lamolinara, blitz autorizzato dal premier Cameron e non concordato con l’Italia, dice Napolitano: “Ho parlato con il presidente del consiglio Monti che mi ha subito informato da Belgrado di quanto era accaduto. È effettivamente inspiegabile il comportamento del governo inglese che non ha informato e consultato l’Italia rispetto a una azione di forza che poteva fare“.
Conclusa la riunione d’urgenza convocata dal premier Monti, del Comitato interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR), riunione cui hanno partecipato lo stesso premier Monti, il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, i ministri Paola Severino (Giustizia) e Giulio Terzi (Esteri) si registrano versioni contrastanti. David Cameron sostiene che l’Italia sapeva mentre il Governo italiano nega di esser stato informato dell’azione.
Lo sconcerto del centrodestra è forte. Cicchitto (PdL) dichiara che “Quello che è avvenuto in Nigeria è di una gravità straordinaria perché solitamente vengono informati i governi che hanno dei connazionali in ostaggio: vengono avvertiti e consultati…Su questo .come sulla scelta di andare in un porto indiano, è assolutamente necessario che almeno il Copasir nella forma più riservata venga informato perché francamente oramai si ripetono episodi assai inquietanti“. Maroni (Lega) attacca ancor più duramente l’Esecutivo, parlando senza mezzi termini di dimissioni del ministro degli Esteri, Giulio Terzi: “Dopo la figuraccia sui marò il governo (per nulla) autorevole dei professori si fa prendere per il culo dagli inglesi nella tragica vicenda dell’italiano ucciso in Nigeria: ‘Nessuno ci aveva informati del blitz’ si lamenta il ministro degli esteri Terzi (che intanto manda a scuola i figli con l’auto blu). Ma che ci sta a fare uno così alla Farnesina? Dimissioni subito!!!”.
L’Italia è stata informata “ad operazione avviata” del blitz per la liberazione degli ostaggi in Nigeria. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico, William Hague, rispondendo ad una domanda dell’ANSA a Copenaghen. Ma la domanda forte a questo punto è: perché ad operazione avviata, la presenza di un ostaggio italiano, presenza di cui la Gran Bretagna era a conoscenza, esigeva che l’azione fosse concordata. E anche i media inglesi si pongono ora serie domande sui perché di un blitz in pieno giorno.
Secondo il Daily Telegraph (britannico) non è chiaro perché le Sbs hanno attaccato di giorno la casa dove Chris McManus e Franco Lamolinara venivano tenuti ostaggio. In casi normali un blitz del genere si sarebbe svolto di notte preferibilmente prima dell’alba, scrive oggi ma “per ragioni che restano non chiare le Sbs sono state costrette a fare un attacco in pieno giorno“. In un segno di fretta, hanno detto fonti al giornale, i soldati hanno posto in atto un piano di “risposta di emergenza” invece del più coordinato piano di “risposta deliberata”. Le squadre speciali britanniche si sono avvicinate in camion vicino alla casa. Il raid, autorizzato dal primo ministro David Cameron alle otto ora di Londra, è cominciato alle undici, ora di Lagos (a Londra era mezzogiorno).
Le polemiche montano forti anche in Gran Bretagna e l’azione di forza pare oggi assumere la forma di un vero boomerang.
Luigi Asero