Paolo Jannelli, stimato primario della seconda divisione di ortopedia dell’ospedale Cardarelli di Napoli è stato arrestato oggi in un’operazione che vede un totale di 13 provvedimenti giudiziari fra personale medico e paramedico per vari reati gravi contro la pubblica amministrazione: associazione a delinquere, concussione, abuso d’ufficio, falso, truffa a danno della pubblica amministrazione.
I provvedimenti mandano direttamente in carcere un indiziato (Paolo Jannelli), altri due agli arresti domiciliari, tre divieti di dimora a Napoli e sette obblighi di presentazione presso gli uffici di Polizia Giudiziaria. Ben 42 le perquisizioni domiciliari effettuate nei confronti di personale sanitario appartenente a varie strutture napoletane, tra le quali lo stesso ospedale Cardarelli e la casa di cura privata “Villa del Sole” di proprietà dello stesso dr. Jannelli.
Le indagini sono state coordinate dai pm Francesco Curcio ed Henry John Woodcock. Agli arresti domiciliari il fratello del primario, Gabriele, e l’amministratore della casa di cura «Villa del Sole», Marco Von Arx. Secondo l’accusa gli indagati dirottavano verso la clinica privata pazienti dell’ospedale «Cardarelli» che attendevano di essere operati. L’inchiesta nasce da controlli della Guardia di Finanza sulle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia. Successivamente gli inquirenti hanno delegato ai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità la parte dell’indagine relativa ai ricoveri e agli interventi chirurgici. I carabinieri hanno quindi accertato che i pazienti per essere operati nella struttura privata pagavano anche diverse migliaia di euro a fronte di interventi che potevano essere eseguiti a carico del Servizio sanitario nazionale.
I giudici contestano a Jannelli di aver trasformato il reparto in un “vero e proprio centro di reclutamento di pazienti gestito dal primario“. I pazienti – secondo i giudici – venivano dirottati alla casa di cura Villa del Sole. I pm spiegano che Jannelli “dopo aver prospettato speciosamente (e sistematicamente) ai degenti tempi lunghi di attesa per poter essere sottoposti alle cure e soprattutto agli interventi necessari, induce gli stessi a trasferirsi presso la casa di cura Villa del Sole, approfittando delle loro condizioni fisiche precarie, del loro stato di soggezione e di diminuita capacità di discernimento, così sfruttando ai fini di lucro la sua condizione di preminenza ed altresì costringendo persone deboli a lui affidate per la professione svolta a prendere decisioni che altrimenti non avrebbero preso“.
A questo si aggiunge che uno degli indagati, un chirurgo ortopedico di 36 anni che vive e lavora ad Arezzo, è stato denunciato per peculato in concorso. Secondo la Procura quando lavorava al Cardarelli di Napoli, fino al 2010 (per poi trasferirsi ad Arezzo), avrebbe sottratto i ferri chirurgici in dotazione alla struttura pubblica e li avrebbe utilizzati per eseguire operazioni presso la casa di cura campana “Villa il Sole”.
Scatterà nel giro di qualche ora il provvedimento di sospensione per tutti i destinatari delle misure cautelari disposte dal gip presso il tribunale di Napoli per i dipendenti inquisiti del reparto di ortopedia dell’ospedale Cardarelli. Lo ha annunciato il direttore generale, Rocco Granata. Un’inchiesta interna è stata già disposta dalla direzione generale dell’ospedale. “Abbiamo già nominato il legale, l’avvocato Giuseppe Pellegrino, e ci costituiremo in giudizio per qualunque danno, materiale o di immagine, arrecato all’azienda ospedaliera“.
Sull’importante lavoro svolto dalla magistratura partenopea interviene il ministro della salute, Renato Balduzzi, che dichiara: “Colpito il malaffare in sanità. Chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini” per poi aggiungere anche “Bisogna tenere altissima la guardia perché‚ le tentazioni sono molteplici, e l’operazione di Napoli è emblematica perché‚ ha permesso di far luce su una rete preoccupante di medici, paramedici e amministratori sanitari e assicurare alla giustizia professionisti che hanno inquinato le relazione tra medico e paziente costruendo un sistema di illegalità nelle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia“.
Il ministro della Salute plaude dunque all’azione di carabinieri e Guardia di Finanza che, conclude, “conferma in sanità l’esistenza di un sistema di controllo diffuso e raffinato che permette di colpire il malaffare: Chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini, oltre che le risorse al Sistema sanitario nazionale“.
Luigi Asero