Carlotta Proietti (figlia del famoso attore Gigi Proietti) fa il suo debutto discografico: da oggi martedì 20 marzo, sarà disponibile nei negozi tradizionali, su iTunes e negli altri digital store, il suo omonimo disco d’esordio.
L’album “Carlotta Proietti” (G.B. Music/CNI), distribuito dalla CNI Music, raccoglie 11 brani basati su un sound tra il rock e l’elettronica con testi semplici ed essenziali che narrano di storie fatte di immagini, fotografie, ricordi e racconti. I due brani “Scema” e”Uccidimi” sono stati scritti a quattro mani con il grande e compianto Giancarlo Bigazzi.
La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Fabrizio Federighi e Saverio Gerardi, l’album è stato registrato e mixato da Fabrizio Federighi.
Hanno partecipato alla realizzazione del disco Fabrizio Federighi (chitarre, basso, batteria e programmazione) e Saverio Gerardi (batterie e percussioni) con la straordinaria partecipazione di Gianluca Pizzorno (basso), Guglielmo Gerardi (percussioni), Luca Ravagni (pianoforte), Andrea Gozzi (chitarra) e Jacopo Combi (chitarra).
Questa la tracklist di “CARLOTTA PROIETTI”: “Scema”, “Sympathy”, “Plastica”, “Phone”, “Uccidimi”, “Serena”, “Nicotina e Caffè”, “Se è vero”, “Spirito”, “Rose Rosse”, “Se non ricordo male”.
Carlotta Proietti ha lavorato, come cantante, col padre Gigi Proietti negli spettacoli teatrali “Buonasera varietà di fine stagione” e “Di Nuovo Buonasera” e nello spettacolo di canzoni romane “Semo o nun semo” di Nicola Piovani.
Fin da piccola coltiva la passione della musica iniziando molto presto a cantare e a scrivere, suonando in giro con i “Lotta’s” e i “The Playlist Trio”. Il repertorio che eseguiva era composto da alcuni inediti scritti dalla cantante romana e da cover che spaziavano da Pino Daniele, Janis Joplin, Ben Harper, Otis Redding, Prince, gli ABBA e Zaz. Il progetto inedito è stato poi proposto e concretizzato con il team di Giancarlo Bigazzi.
Scheda Album
E la prima canzone che gode della preziosa collaborazione di Giancarlo Bigazzi. Parla dello stato d’animo in cui capita di trovarsi nella fase dell’infatuazione o dell’innamoramento. È un micro racconto del pensiero che appartiene a quella sfera di imbarazzo legato alla sensazione di non essere corrisposti, di quando ci si accorge di esserci cascati di nuovo, e ci si dice “ma che scema, non imparerò mai…”
Sympathy
È una delle due cover del disco, è dei Rare Bird, del 1974. Un brano molto forte nella sua semplicità, espone molto chiaramente il suo concetto: “Sympathy is what we need my friend, ‘cause there’s not enough love to go ‘round” (Abbiamo bisogno di solidarietà perché in questo mondo non c’è abbastanza amore) . Non è casuale la presenza di un brano di quegli anni nel disco di Carlotta Proietti, dato il suo amore per la musica di quel periodo.
Plastica
È il singolo dell’album. Parla di una fase particolare che sembra appartenere particolarmente alle donne (ma non solo..). Quando una storia finisce, c’è, di solito per uno dei componenti della coppia, un momento di disperazione tale per cui si è disposti a qualunque cosa, anche ad essere trattati come un oggetto inanimato pur di riavere accanto quella persona, per amarla di nuovo: “Si dimmi ancora si, qui non c’è aria, prendimi e poi lasciami senz’anima, come fossi di plastica”.
Phone
Tra le prime composizioni di Carlotta, un brano dalle sonorità internazionali e non solo per la lingua: è infatti uno dei due brani in inglese dell’album (l’altro è Sympathy). Si tratta di un racconto su un incontro con il destino, su come questo, (che nella canzone viene trattato come un uomo dal ghigno furbo e dall’occhio intelligente…) sia in grado di prendere la vita e capovolgerla completamente.
Uccidimi
Dalle sonorità particolari e misteriose, “Uccidimi” è il secondo dei due brani dell’album scritti a quattro mani con Giancarlo Bigazzi. L’influenza della sua penna si percepisce nel modo di essere così diretto, anche il titolo stesso è indubbiamente d’impatto e lo stesso vale per il testo “uccidimi, rinascerò con te” come un appello ad un amore che va e viene e non è mai costante.
Serena
Serena è una donna che vive per strada, che ha la sua visione della vita. A differenza di tutte le persone “normali” non lascia che il mondo influenzi il suo modo di essere. La canzone cerca di guardare attraverso i suoi occhi, chiedendole di farci entrare e di dirci “quel che sai, apri gli occhi miei, Serena”.
Nicotina e caffè
Dalle sonorità più particolari, con un gioco di percussioni sempre presenti e tutto giocato sull’ironia, “Nicotina e caffè” è un omaggio al mondo del blues. Non molto come melodia quanto come tema trattato: “Nicotina e caffè, mica è vero quello che si dice di me”, ricorda la tipica donna protagonista di classici blues e r’n’b come Peggy Lee che cantava “I’m mournin’ all the mornin’, and mournin’ all the night, and in between it’s nicotine, and not much heart to fight, black coffee” (piango la mattina e piango la sera, e tra una e l’altra c’è solo la nicotina e nessuna forza per combattere, e bevo altro caffè.)
Se è vero
Questo pezzo è essenzialmente una storia d’amore, che nasce dalla semplicità e dal silenzio del guardarsi negli occhi, di domandarsi se è vero che l’altro ci stia dicendo o meno la verità. Ma tutto nella leggerezza di un nuovo amore, quando anche i dubbi sono parte dei momenti piacevoli. Brano dall’aria sognante, con delle sonorità ispirate al mondo musicale pop anglosassone.
Spirito
Brano in parte autobiografico, in parte ispirato ad uno “spirito libero”. Come spesso accade, ci si riconosce in qualcuno molto più giovane di se stessi e si capiscono molte cose della propria vita, della propria ingenuità, persa crescendo. “Spirito” è la fotografia della voglia di rimanere piccoli, (non volevi, tu che volavi lassù) e “liberi”.
Rose Rosse
La seconda cover dell’album, di Giancarlo Bigazzi. Non ha bisogno di presentazioni il brano celebre reso famoso da Massimo Ranieri! Nell’album di Carlotta Proietti è rivisitato in chiave rock, in contrasto con una voce molto morbida, quasi soffiata, e con l’aggiunta di pause non contenute nell’originale, proprio a dare l’idea di un canto dilatato e riverberato sulle sonorità più dure e rock.
Se non ricordo male
Una canzone che parla della memoria, di come questa “gioca scherzi strani, ricopre di rosa tutti i miei ricordi”, del fatto che quando non vogliamo ricordare, automaticamente i nostri ricordi si confondono uno con l’altro e questo genera un dubbio, “fidarsi di un ricordo è sempre equivoco” anche perché se quel ricordo è vero e ci crediamo, “credere fa parte della volontà di dirsi si, t’ho amato ma m’hai fatto tanto male”, quindi ammettere a se stessi qualcosa che ci ha feriti in passato.