Vince ancora Vladimir Putin e malgrado polemiche e contestazioni degli ultimi mesi vince comunque senza grandi difficoltà al primo turno. Sarebbe al 61,8% contro l’oltre 71% del 2004, ma sulla sua elezione non ci sarebbe alcun dubbio.
Dunque, Vladimir Vladimirovich Putin, può essere definito Zar di Russia. Dopo i due mandati presidenziali consecutivi dal 2000 al 2008 ha ceduto lo scettro (almeno sulla carta) al suo più stretto collaboratore, Dmitrij Medvedev, presidente fantasma di una Russia che ha un solo leader indiscusso. L’ex capo del potentissimo Kgb, Putin appunto. Aggirata così la legge che non consente tre mandati consecutivi torna ufficialmente il suo turno, e Medvedev tornerà al ruolo di primo ministro, temporaneamente (per 4 anni) affidato al neo-vecchio presidente. Russia insomma in mano a un solo uomo. Scontenti e indignati sono pronti a scendere in piazza per protestare.
Sulle elezioni, sulla loro formale correttezza, non ci sarebbero dubbi. Ben due telecamere in diretta web per ogni seggio elettorale, oltre 400 milioni di euro (cifra enorme per la Russia) sono stati spesi per questa “sicurezza formale”, ma i dubbi restano. E gli indignati sono pronti a manifestare il loro dissenso, seppur con tutti i limiti del caso. Perché si indigna solo parte del popolo delle grandi città, ma è nelle campagne che Putin ha fatto il pienone assoluto, laddove viene considerato colui che ha riportato ordine e benessere. Lo Zar, appunto.
Luigi Asero