La decisione di chiudere il reparto di oncologia medica del Policlinico (dopo la morte di una paziente per errata somministrazione di un farmaco chemioterapico), ha scatenato una guerra tra il preside della facoltà di medicina, Giacomo De Leo insieme a 63 docenti e il ministro della Salute, Renato Balduzzi insieme all’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo.
La commissione interministeriale, insediata ieri, intanto continua con il lavoro di trasferimento dei pazienti verso gli altri ospedali cittadini. Contro questa ipotesi si schierano anche numerose associazioni e gli stessi ammalati che chiedono di continuare ad essere assistiti dai medici del Policlinico che li hanno in cura.
L’assessore Massimo Russo garantisce che “i pazienti non hanno nulla da temere. Garantiremo la loro sicurezza e la continuità dell’assistenza“.
Ma Cgil medici di Palermo si schiera anch’essa contro la decisione di Ministero e Assessorato, per Michele Palazzotto e Renato Costa le incertezze sarebbero molteplici: “Non sappiamo se l’assessorato abbia collaborato o vigilato su quanto stesse accadendo, sappiamo però che, a seguito di una comunicazione del ministero della salute, ha ritenuto di convocare una conferenza stampa per annunciare la chiusura del reparto con predisposizione di decreto assessoriale“.
Preside di Medicina e docenti ribadiscono d’aver adottato cambiamenti strutturali e organizzativi nel reparto, di aver adeguati ai protocolli nazionali gli standard esecutivi del reparto. Ma queste garanzie non appaiono sufficienti per ministro e assessore. Da qui la lettera di dimissioni di preside e docenti.
Duro il ministro Balduzzi: “La sospensione è la conseguenza necessaria delle gravi e numerose criticità attestate dalla relazione degli ispettori ministeriali. Non sussistono le condizioni per il mantenimento in attività del reparto a causa degli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori, e per la mancanza della garanzia delle necessarie condizioni di qualità e di sicurezza“.
Il preside De Leo invece parla di criticità superate e sopralluoghi degli ispettori “parziali e poco obbiettivi”. C’è da giurare che sentiremo parlare per molto tempo della vicenda. A tutto discapito, come sempre, dei pazienti che invece tempo, soprattutto nel campo oncologico, non hanno.
Luigi Asero