L’esclusiva del video in mano agli inquirenti (o almeno di una parte di esso) è di Sky Tg 24 che ieri lo ha trasmesso e messo online. Nel video si vede l’uomo indicato come l’esecutore materiale dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone, e non ancora identificato, aggirarsi attorno al famoso chiosco da cui sarebbe stato ripreso e a un certo punto estrarre dalla propria tasca un piccolo telecomando (forse simile a quelli in uso per l’antifurto delle auto) e premere il pulsante. Poco dopo il fumo e l’uomo che si allontana come nulla fosse.
Lo scrivente ha più volte visionato le poche immagini offerte dal video grazie a Repubblica Tv (filmato che pubblichiamo anche in questo articolo). Le immagini sono sfocate, un po’ per la cattiva risoluzione della telecamera usata (che era comunque destinata a un semplice sistema locale di videosorveglianza) e un po’ perché forse ulteriormente sfocato dagli inquirenti anche per proteggere la privacy di ragazzi e di alcune signore riprese negli istanti immediatamente successivi alle terribile esplosione che uccise, lo ricordiamo, Melissa Bassi e ridusse in fin di vita Veronica Capodieci, ferendo gravemente altre cinque compagne delle sfortunate ragazze.
Ma è proprio il passaggio immediatamente successivo all’esplosione che apre la porta a dubbi e perplessità. Proviamo a riepilogare la situazione iniziando con il descrivere ciò che si vede. Le immagini iniziano con l’uomo che passeggia in prossimità della telecamera, guarda verso quella che sarà la vera scena del crimine, dove cioè da lì a poco dovrà esplodere l’ordigno posizionato all’interno di un cassonetto della raccolta differenziata.
Se fermiamo l’immagine al secondo 0.15 vediamo che l’uomo, per un istante, guarda quasi verso la telecamera, non accorgendosi della sua presenza probabilmente. Già questo è un fatto anomalo. Le modalità di esecuzione dell’attentato fanno pensare a persone esperte, troppo esperte se oggi, dieci giorni dopo, si hanno immagini di un uomo ancora non identificato. E quindi ben mimetizzato, forse forestiero. Inoltre il chiosco è di un colore scuro mentre la telecamera, che tutti abbiamo visto in altre riprese esterne è di colore chiaro, quindi ben visibile. Prima anomalia, l’uomo non si accorge (?) di essere ripreso.
Continuiamo con la visione del video. Poco dopo, al secondo 0.24 l’uomo ha azionato il suo strumento di morte. Certamente questo video è stato tagliato e riassemblato, ma questo in sé non è un problema. Probabilmente a SkyTg24 sono stati concessi soltanto gli attimi salienti, rilevanti a fini “televisivi”. A partire dal secondo 0.35 vediamo come un forte vento (presumibilmente lo sbalzo d’aria provocato dall’esplosione) e del fumo, o forse polvere sollevata anche se la speaker parla soltanto di fumo, ma questo è meno rilevante.
Veniamo ai dubbi reali, al secondo 0.44 si vedono giungere da dietro il chiosco (posizione laterale rispetto all’esplosione) i primi ragazzi. Guardando a destra da dietro il chiosco uno si distingue per una casacchina di colore rosso. Al secondo 0.49 un gruppo di ragazzi viene invece proprio dalla direzione dell’esplosione. Danno le spalle alla scuola ma non possono non aver sentito il “botto” che ha svegliato tutta Brindisi.
Giunti al minuto 1.20 due signore vengono sempre da dietro il chiosco, in direzione frontale rispetto all’inferno che si era scatenato poco oltre. La grande anomalia sta nel fatto che nessuna delle persone riprese sembra aver paura, non si intravedono scene di panico, nessuno dei ragazzi corre via o sembra urlare. E nessuna delle due signore (forse insegnanti o forse semplici passanti) pare avere anche un semplice sussulto. Nulla farebbe pensare che quella sia la scena, seppur distante, di un crimine dove delle ragazze, di fronte agli involontari soggetti ripresi stanno bruciando vive, dove Melissa ha appena perso un arto, dove semplicemente si era appena entrati all’inferno.
Non vogliamo trarre conclusioni, ma questo video non sembra provare proprio nulla, se non forse un cattivo tentativo di spargere fumo. Cosa che in effetti al secondo 0.35 si vede.
Luigi Asero
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