Aggiorniamo la notizia data oggi, che recava allarme in merito alla presunta scomparsa del testimone di giustizia Pino Masciari, rientrato nel tardo pomeriggio a casa. Da capire cosa sia realmente accaduto e quale la versione effettiva dei fatti.
Articolo del pomeriggio:
Preoccupante episodio in Calabria, a Cosenza, all’indomani delle celebrazioni in memoria dei venti anni della strage di Capaci. Pino Masciari, testimone di giustizia, imprenditore edile che anni fa ha deciso di collaborare con lo Stato per denunciare e far arrestare i suoi aguzzini è improvvisamente scomparso. Molte le incongruenze.
Masciari infatti da anni, dopo i processi che hanno messo alla sbarra numerosi esponenti delle ‘ndrine calabresi vive in località segreta al nord Italia e qui doveva rientrare. Invece dalla mattina di ieri 24 maggio non si hanno più notizie. Le ultime parole alla moglie, al telefono. In giornata doveva rientrare, come sempre la scorta si sarebbe dovuta recare presso l’albergo per portarlo, presumibilmente, in aeroporto da dove sarebbe rientrato a casa. Invece, racconta la moglie al cronista Roberto Galullo de “Il Sole 24 Ore” alle otto e trenta la raggiunge telefonicamente, il tono di voce è molto preoccupato, dice: “Marisa non mi piace quel che sta accadendo, c’è un vuoto. La scorta mi ha girato le spalle e se ne è andata”.
Marisa cerca ora di capire. Ieri mattina, intorno alle otto una prima telefonata, di routine. Poi, circa trenta minuti dopo, quest’altra telefonata allarmata. Dopo il silenzio, da quel momento non ha più notizie. È stato rapito? È scappato e cerca di raggiungere il nord in chissà quale modo? Si è rifugiato presso qualcuno? L’ultima ipotesi sembrerebbe la più anomala, perché dopo la sua denuncia di anni fa Pino Masciari non ha più amici. Nessuno che, nella sua Calabria, sia disposto nemmeno a salutarlo. E allora resta in piedi solo l’ipotesi di una impaurita fuga solitaria. O peggio.
Anche dalla sua pagina Facebook nessun segnale di vita, non si è collegato. Anche una fuga volontaria avrebbe lasciato spazio per un segnale virtuale. Ma nulla. Si leggono solo appelli di amici e componenti della “scorta civica”. Un gruppo di cittadini che “dice” di volerlo difendere anche in assenza dello Stato. Persone affezionate, ma distanti in questo momento.
Inquieta molto un particolare che Marisa, la moglie, aggiunge: “Non so se sia scomparso, se l’abbiano preso, se impaurito si sia rifugiato da quale che parte in Calabria non so ancora nulla. So solo che la scorta che avrebbe dovuto riportarlo a casa, qui al Nord, è arrivata sotto l’albergo di Cosenza dove risiedeva da due notti, gli ha comunicato che non poteva accompagnarlo e se ne è andata”.
Perché la scorta si sarebbe recata in albergo per comunicargli di non poterlo accompagnare? E chi ha dato quest’ordine e revocato la scorta? Perché dalla Polizia di Stato di Cosenza non arrivano risposte? Nasce tutto solo da Cosenza? Perché il responsabile dell’ufficio scorte non si è fatto trovare al telefono da Masciari?
La moglie infatti aggiunge al giornalista de “Il Sole 24 Ore” questo altro inquietante particolare: “Pino, e questo me lo hanno testimoniato anche persone che erano in quel momento con lui, tra le quali alcuni attori della compagnia, ha cercato di mettersi in contatto con il comandante del reparto scorte della città in cui viviamo per sapere che cosa stesse succedendo ma non è riuscito a parlargli”.
E, paradossi della burocrazia italiana, nel pomeriggio la stessa Marisa incontra un maresciallo dei Carabinieri della località dove segretamente risiede la famiglia Masciari: è il maresciallo a chiedere a lei notizie. Ma da Cosenza, da dove lo Stato avrebbe dovuto proteggere un testimone di giustizia (non pentito o collaboratore ma cittadino che ha deciso di dire no al racket) il maresciallo pare che non sappia nulla. La Polizia non pare voler chiarire il mistero. Per ora, ma siamo fiduciosi che lo farà presto e con buon esito della vicenda.
Luigi Asero