Un giornata di morte per crisi, un’altra giornata di inevitabili tragedie perché Equitalia (o Serit Sicilia) devono recuperare dal popolo quanto politici e faccendieri hanno rubato a tutto il popolo.
Così a Torino a morire è un 73enne, gestore di un’agenzia di lavoro interinale, “oppresso dalle tasse”. A San Cataldo (Cl) muore dandosi fuoco un pensionato che non riusciva a guardare in faccia moglie e figlia (ovviamente incolpevoli), a Molfetta (Ba) muore impiccato a un albero del podere di alcuni parenti Giuseppe Rennola, 46 enne, piccolo imprenditore del settore impiantistica. Rennola addirittura (ma non è il primo caso) più che debiti aveva crediti. Verso lo Stato però, che si è guardato bene dal saldarlo mentre è stato premuroso nel sollecitare il pagamento delle cartelle esattoriali. Le banche, tanto per non far meno, avevano chiuso il credito, pur sapendo che Rennola vantava crediti verso lo Stato. Così lui, marito e padre di due figlie ieri sera non ha più retto allo stress e si è impiccato. A trovarlo il cognato.
E infine a Porto Torres un altro tentativo di suicidio. Un 50enne con moglie e tre figli, disoccuppato, ha provato a darsi fuoco davanti al Palazzo Municipale. Salvato in questo caso. Rimane ora in attesa di un lavoro che questo Stato non sarà certo in grado di procurargli.
Luigi Asero