Dopo i numerosi successi televisivi nei panni dell’ambizioso avvocato Alice Morandi nella fiction “Un caso di coscienza” oppure nel ruolo di “Susy Moretti” in “Provaci ancora prof” e altre produzioni tra cui “La squadra” e “Il bello delle donne”, Loredana Cannata approda a Catania presso il Teatro Coppola occupato, con uno spettacolo di cui è anche autrice.
“Odio gli indifferenti”, è un monologo forte, duro, arriva come un colpo diretto a scuotere le coscienze. È il racconto del 02-06-2005, giorno della festa della Repubblica quando una manifestazione pacifica di giovani si trasformò in scontri violenti con le forze dell’ordine. La causa? Semplicemente alcuni striscioni riportanti frasi di pace, e la richiesta al ministro dell’interno, allora in carica Beppe Pisanu, della chiusura dei “c.p.t.”, centri di permanenza temporanea , dove gli extracomunitari vengono identificati e, prima dell’espulsione, trattati in modo del tutto incivile stando ai, pochi ma autorevoli, dossier giornalistici in merito. Ma si sa, nel nostro paese la vera libertà di espressione spesso è un’utopia cosicchè, durante qualsiasi manifestazione, possono intervenire polizia e carabinieri e proibire l’esibizione di striscioni o slogan ed è quello che successe. Alla disobbedienza dei ragazzi, per tale forma di censura, le forze dell’ordine entrarono in carica e il seguito lo si può facilmente immaginare. Un monologo intenso di 45 minuti particolarmente apprezzato dal pubblico presente in sala che ha riservato molti complimenti all’attrice e al teatro per la scelta di proporre questa rappresentazione in cui, la Cannata, interpreta sé stessa come partecipante al corteo del giugno 2005. Quella manifestazione è tuttavia un emblema, usato dalla protagonista, per evidenziare quanto succede intorno a noi e fino a che punto, l’indifferenza a cui siamo abituati, non ci permetta di vedere. Violenza, botte, soprusi , a tutto questo fà riferimento il monologo , alle nefandezze che un potere genera senza crearsi alcuno scrupolo nel commettere atti di divieto delle libertà personali, alle feste che dovrebbero vederci uniti sotto una stessa bandiera e che al contrario spesso diventano promozione alle forze militari di governi che creano guerre solo per scopi economici e tutto ciò al popolo viene occultato. Una tematica particolare che mette a nudo l’attrice anche dal punto di vista delle scelte personali e ne può dare una visione diversa allo spettatore abituato a vederla in classici del teatro come “Liolà” di Pirandello o “Le troiane” di Euripide e in film d’autore come “La donna lupo” e “Un mondo d’amore” di Aurelio Grimaldi o in ruoli, seppur audaci, come quello di “Senso 45” di Tinto brass. Lo spettacolo che parla di politica potrebbe diventare di parte ma anche se così fosse racconterebbe pur sempre una visione della realtà. È dunque inevitabile per l’attrice, che ha come unico scopo quello di sensibilizzare lo spettatore, fare riferimento alle innumerevoli forme di censura da parte del giornalismo italiano in merito a certe notizie. Ed è così che, secondo la protagonista, i telegiornali definiscono in modo semplicistico e con parole abusate quali “anarco-insurrezionalisti” , violenti e sovversivi giovani che vogliono solo manifestare la voglia di libertà e la loro forma di impegno sociale in merito alle questioni che riguardano i destini della collettività. Non manca la critica alla televisione che con le facili notizie di cronaca nera e, show di basso livello, tende a distrarre il pubblico e a coltivare l’ignoranza che, come lei stessa dice durante lo spettacolo, è delinquenza in quanto, grazie a essa , si permettono crimini di cui il popolo, non conosce l’entità. Cosa potrebbe salvarci? Solo un risveglio della coscienza collettiva, al quale si auspica Loredana Cannata che conclude il suo spettacolo dicendo che un mondo migliore è possibile, anzi indispensabile .
Stasera proponi uno spettacolo tuo, com’è nata l’idea?
L’idea è nata dal fatto che io sono un’attrice ma sono anche un’attivista e credo che ognuno di noi possa e debba fare qualsiasi cosa per rendere migliore questo mondo. Da tempo volevo unire la mia passione alla mia professione, ho fatto tante manifestazioni ma questa mi ha colpito particolarmente e mi sono detta: scrivo di questa! Sarà un modo per parlare di partecipazione, di come ognuno di noi abbia nelle mani il proprio futuro, la politica la facciamo noi ogni giorno
Rubo un concetto a Gaber, e ti chiedo: “libertà è partecipazione” ?
Sì lo è!
Un regista ti ha definita un cavallo di razza che corre bene a briglia sciolta e che, con il giusto fantino, può fare faville. Questa definizione la senti adatta a te?
Beh, forse è un po’ immodesto sentirsi addosso un bellissimo complimento come questo però credo di si.
Nella fiction di grande successo, “Un caso di coscienza” eri, inizialmente un avvocato ambizioso, privo di scrupoli che vive solo per il successo, sei così agguerrita anche nella vita di tutti i giorni?
Ho una grandissima forza di volontà e avevo questo sogno, fare l’attrice. Per molti anni sono stata assolutamente infaticabile, non m’importava neanche divertirmi anche se poi riuscivo ad avere i miei spazi di libertà il mio obiettivo era riuscire a fare questo lavoro e a realizzare questo sogno quindi ero molto agguerrita! adesso sono un po’ più rilassata ma sono agguerrita su altri fronti come l’impegno sociale. Noi artisti abbiamo una grande possibilità e quindi anche la responsabilità di usare il tempo e lo spazio che ci vengono dati per dire qualcosa d’importante. Poi , per carità, non si può pensare solo a cose serie, ci si deve divertire ma non ci si può solo divertire perché le situazioni, cheavvengono intorno a noi, vanno ad influire sulla vita di tutti.
Dunque un melange di situazioni e sentimenti , compreso l’impegno sociale, che si trasforma in arte per stimolare, il pubblico alla conoscenza?
Assolutamente si, come dico nel monologo, l’ignoranza è delinquenza!
Concordo con te, si commettono azioni brutali per ignoranza. Un esempio potrebbe essere il poco rispetto del territorio spesso violenta to e sporcato?
Si, infatti pensavo proprio a questo in mmerito alla tav, se si riuscisse ad arrivare ad un referendum, e si chiedesse al popolo: ”volete o non volete l’alta velocità” ? si scoprirebbe quanto molti italiani siano disinformati in merito all’utilità e ai costi dell’opera e andrebbe a votare si, quindi l’ignoranza di molti influirebbe sulla mia vita e sulla collettività poiché quest’opera dovremmo pagarla noi e non ci sono i soldi oltre a tutti i danni che farebbe in quella bellissima valle quindi …
Qual è un compromesso che non accetteresti mai ?
Andare a letto con qualcuno per lavorare, infatti, mi è andata meglio di altri, peggio di molti altri ancora ma l’ho fatto con le mie forze. Questa strada che esiste ancora oggi, di scendere a compromessi sessuali per lavorare, per andare avanti , non si limita ad una volta poiché anche attrici famose che fanno le serate importanti su reti televisive nazionali devono continuare a scendere a certi compromessi. A me ha fatto sempre schifo, io lavoro perché mi aiuta la vita, il mio grande spirito… Forse si deve anche al fatto che per me lavorare non è l’unica cosa nella vita e, visto che dò il mio tempo anche per qualcosa di giusto, mi sembra che questo ritorni sotto altre forme.
Qual è un ruolo al quale ambisci e un regista col quale vorresti lavorare ?
Se non lo avessi già fatto nell’ultimo film “Magnifica presenza”, ti avrei detto Ferzan Ozpeteck. Mi piacerebbe comunque continuare a lavorare con lui perché è meraviglioso, adora gli attori, dà loro grande libertà. Vorrei, però, essere diretta da Michele Placido, ho rivisto di recente il film “Vallanzasca” mi è piaciuto molto e ho pensato che mi piacerebbe fosseil regista di un mioprossimo film. Un ruolo che vorrei interpretare è quello della rivoluzionaria, cioè mi piacerebbe…
Sarebbe bello su rai uno, dopo l’avvocato, che arrivassi come una rivoluzionaria?
Si infatti grazie alle fiction, che arrivano ad un pubblico che magari non si interesserebbe di alcuni argomenti, posso dir cose che si sentono solo attraverso altri canali e altri settori .
Un consiglio a chi coltiva il tuo stesso sogno, senza passare per vie fin troppo facili.
Si in effetti quella di andare a letto potrebbe considerarsi una via facile ma solo per chi è di quella natura per me sarebbe difficile. Un consiglio: provare a farlo solo sé si ha una passione veramente grande, e poi assolutamente studiare! Impegnarsi tanto perché la qualità porta i suoi risultati. Prima o poi si trova un regista che ti prende all’inizio magari solo per un piccolo ruolo ma colpito dalla tua bravura. E’ un lavoro che bisogna imparare a fare non soltanto perché si vuol essere famosi . Spesso quando chiedi a qualcuno cosa vuol fare ti risponde che vuol lavorare nel mondo dello spettacolo in generale senza sapere bene cosa fare e questo non porta a grandi risultati.
Da siciliana c’è qualcosa che della tua regione e dei siciliani vorresti che si conoscesse fuori?
La prima cosa che mi colpisce ogni volta che ritorno, pur essendoci nata, e che i colori, gli odori, i sapori, i sentimenti sono tutti molto, molto intensi. Mi piacerebbe che si conoscesse la forza che ancora c’è in questa terra e nei suoi abitanti.
Cosa ti spinge a tornare sui palchi a interpretare ruoli che, in qualche modo, possano mettere in crisi il tuo passato artistico, fatto di classici del teatro e di personaggi molto aamati dal pubblico televisivo che di solito è meno critco di quello cinematografico e teatrale?
L’aspetto più importante per me, nella vita, è fare qualcosa per migliorare questa vita stessa e quindi è il motore chi mi ha fatto nascere, sono nata il 14 luglio quindi questa data mi ha sempre ispirata e devo dire che il palcoscenico è molto faticoso, sono due anni che faccio teatro , ma dà l’opportunità di scegliere cosa dire, arriviamo così allo spettacolo che ho appena scrittto. È questa la mia passione per un mondo migliore che credo sia possibile e anzi, come dico nello spettacolo, è indispensabile.
Michele Creazzola