A Catania, presso “La Feltrinelli” Mario Venuti ha incontrato il suo pubblico e presentato il suo ultimo lavoro. Si è avvalso di pianoforte e chitarra, Mario Venuti, per intonare le canzoni del suo ultimo lavoro discografico, ha raccontato la genesi dei brani e non solo durante l’incontro moderato dal giornalista Giuseppe Attardi.
Ad accoglierlo un nutrito gruppo di fans, ammiratori ma anche molti appassionati di musica e semplici curiosi che il cantautore siciliano ha ringraziato con uno show case che è andato ben oltre la semplice presentazione, ben al di sopra delle aspettative ad opinione anche degli organizzatori stessi dell’evento. Una sorta di mini-concerto ove è stata eseguita gran parte dei brani contenuti nel disco, alternati dal dibattito tra Attardi e il cantante.
“L’Ultimo romantico” (Musica & suoni-Microclima/Sony Music) è un album di cui Venuti, che ne è anche il produttore artistico, ha scritto testi e musiche con la collaborazione di Kaballà, suo coautore storico nonché amico. Ma chi è il romantico ? “In un periodo come quello che stiamo vivendo, dichiara, la parola “romantico” dovrebbe riacquisire il suo antico significato. Romantico è chi reagisce alla razionalità con l’emotività, la fantasia, l’immaginazione, il romantico insegue il sogno, la visione, la follia…” ma è anche molto concreto Venuti e resta ancorato alla realtà che ci circonda, il sogno lo ha portato a fare della musica la sua vita e, attraverso le sue canzoni parla dei nostri tempi. A volte in modo diretto, altre servendosi di metafore, affronta temi quali l’amore, la politica, la società, la crisi, i sogni (per l’appunto), le difficoltà, argomenti di cui si è dettagliatamente parlato anche durante la conferenza. Gli stili caratterizzanti le sonorità di quest’ultimo disco spaziano tra reggae, pop e rock. A tratti si ritrovano influenze cantautoriali italiane che vanno da Bindi a De André, a Tenco e ovviamente ai Denovo, gruppo di cui Mario Venuti è stato fondatore insieme con Luca Madonia, Toni Carbone, Gabriele Madonia.
Ogni canzone contiene un messaggio e, una dopo l’altra, Venuti le ha raccontate. Si è partiti da “L’ultimo romantico” come capostipite di un discorso che potrebbe servire da stimolo per andare contro ai voleri sociali sempre più diretti al materialismo e ai beni di consumo con la vana promessa di una felicità che poi risulta effimera. Si è parlato dunque di spread, di tagli alle spese, tema di scottante attualità, che ritroviamo come metafora ironica nel brano “Rasoi”: i peli superflui sono sinonimo di beni considerati superflui ma che non è detto che lo siano. Dunque perché tagliarli? E inoltre, cosa resta se si continua a tagliare? I peli se esistono serviranno pure a qualcosa! Cos’è veramente utile? Da qui si è giunti facilmente a parlare della cultura in Italia, con la quale non si mangia e per questo subisce giorno per giorno “l’effetto rasoio” nonostante sia il cibo dell’anima. La crisi investe tutti i settori, ma lui dice “ la crisi , alla fine ci insegnerà a guardare alle cose davvero importanti. ” e per quanto riguarda quella del mondo discografico, il cantautore è meno preoccupato dalle vendite dei dischi ma piuttosto della maniera superficiale in cui, oggigiorno, si ascolta la musica. Con “Ma fammi il piacere” si è parlato di bunga – bunga e di un ritratto dell’Italia berlusconiana pervasa da uno stile becero e maschilista che tuttavia trova difficoltà a cambiare, dove è facile vedere ragazze traballanti su tacchi da 12 centimetri che cercano di farsi strada nella vita.
Giornalista e cantante hanno dato luogo ad una sinergia che ha reso, il pubblico molto partecipe e interessato ai temi della conferenza in cui si è parlato, tra l’altro, delle partecipazioni al festival di Sanremo, delle relative difficoltà che comporta quella manifestazione che, in ogni caso, ha ridato popolarità e ha fatto vincere qualche premio della critica all’artista. Altre canzoni, non previste in scaletta, quali “Non sarò io” che attiene all’idea del tirarsi fuori dalla mischia e “Là ci darem la mano”, richiestegli da Attardi, Venuti le ha eseguite con piacere. La seconda si ispira alla poetica di Vitaliano Brancati e fonde l’elemento delle pulsioni sessuali mitigate dalla visione cattolica.
Ultimo brano, della performance, “Dna” ispirato al Faust e ai miracoli promessi dalla chirurgia plastica.
L’ovazione del pubblico, le foto e gli autografi hanno concluso la lunga presentazione del disco che presto vedrà la promozione con un tour di concerti.
Michele Creazzola