Deciso ieri dal gup Alessandra Ferrigno il rinvio a giudizio per il deputato Pdl Mario Landolfi, già presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, per i reati di concorso in corruzione e truffa con l’aggravante di aver agito in favore di un gruppo camorristico (quello dei La Torre, di Marcianise). La decisione è arrivata dopo tre anni di indagini relative al consorzio Eco4. In questo consorzio erano implicati i fratelli Sergio e Michele Orsi, quest’ultimo assassinato nel 2008.
Secondo l’accusa Landolfi, pur di non far sciogliere il consiglio comunale di Mondragone (sua città natale) avrebbe convinto un consigliere comunale a presentare le proprie dimissioni offrendogli in cambio un posto nella futura giunta e un lavoro di tre mesi per la moglie che, pur non recandosi mai a espletare il suo incarico, le consentì di percepirne lo stipendio. Così facendo il consiglio comunale dell’epoca rimase in carica permettendo la formazione del consorzio “Eco4” attivo nel settore della raccolta rifiuti e, secondo il gip Alessandro Milita, “pura espressione della criminalità organizzata”. L’inchiesta è interamente basata sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia fra i quali Gaetano Vassallo legato al clan Bisognetti e titolare egli stesso di una discarica. La stessa inchiesta coinvolse l’ex coordinatore Pdl campano Nicola Cosentino che è a giudizio presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La prima udienza del processo avrà luogo il 9 luglio prossimo.
Per dovere di cronaca va detto che Landolfi, sin dall’inizio della vicenda giudiziaria ha collaborato con la magistratura decidendo di non avvalersi della autorizzazione a procedere della Camera e dando lui stesso pubblicità delle intercettazioni a suo carico, pubblicate addirittura sul suo profilo Facebook e fornendo una informativa della Guardia di Finanza che attesta come non sia stato lui a far assumere per tre mesi la moglie del consigliere comunale dimissionario di Mondragone. Landolfi si dice ora amareggiato, seppur fiducioso del buon esito processuale della vicenda.
Luigi Asero