La Grecia punisce chi l’ha portata al disastro appoggiando poi il governo tecnico che la sua politica di austerity ha ridotto alla fame il popolo. Ai greci non è piaciuto ovviamente il piano di tagli e riforme che Unione Europea, Bce e Fmi hanno preteso di imporre. Così la destra di Nea Dimokratia e Antonio Samaras è precipitata dal 33.5% al 19.2% dei consensi. Peggio ancora è andata al Pasok di Evangelos Venizelos che dal 43,9% crolla letteralmente al 13,6%. Scavalcato addirittura dal Syriza (sinistra radicale) che conquista il 16,3%. Si tratta per ora di proiezioni, ma sembra che siano molto attendibili. Solo mettendo insieme conservatori e socialisti le forze politiche responsabili del disastro greco otterrebbero una risicatissima maggioranza con un totale di 109 seggi in Parlamento per i conservatori e 42 per i socialisti. Un totale di 151 seggi sui 300 necessari per una coalizione stabile.
Premiata anche l’estrema destra neonazista di Alba Dorata che supera la soglia di sbarramento con il 7% dei consensi. Il KKE (partito comunista) passa dal 7,5% all’ 8,5%. Passano in Parlamento anche i Greci indipendenti (destra) con il 10,5% e Sinistra democratica con il 6%. Sotto la soglia del tre per cento necessaria per ottenere una rappresentanza parlamentare Verdi, Laos (estrema destra) e Alleanza Democratica (centrodestra).
Non sarà ora facile formare un Esecutivo stabile. Il rischio concreto è che si vada a nuove elezioni.
Sempre che il popolo allo stremo non decidesse di prendere il potere in altra maniera.
Luigi Asero