Una iniziativa di Libera Toscana e dell’Associazione “Ora Legale” per ricostruire l’agrumeto di Libera Terra distrutto da un incendio doloso
Ho conosciuto personalmente Antonella, Alfio, Diego, Andrea, e ne ho parlato anche qui su Pisanotizie: sono i soci della cooperativa “Beppe Montana Libera Terra” che lavorano, fra l’altro, l’agrumeto in contrada Casabianca località Belpasso-Catania, dove domenica 2 giugno si è verificato un incendio, probabilmente di origine dolosa, che ha distrutto circa sei ettari di terra.
Nel dicembre scorso il Coordinamento pisano per la Legalità ha organizzato l’annuale Carovana Antimafia proprio in queste terre, confiscate alla famiglia Riela e affidate ai giovani della Cooperativa intitolata al poliziotto Beppe Montana – ucciso nel luglio del 1985 a Palermo – che l’hanno trasformata in un piccolo paradiso, ricavandone squisite arance rosse che anche a Pisa abbiamo potuto apprezzare quando ne abbiamo fatte arrivare oltre 33 quintali perché i nostri concittadini potessero acquistarle.
L’incendio dell’agrumeto, il 2 giugno, è stato il modo in cui la mafia ha voluto “celebrare” la festa della Repubblica: i danni ammontano a 120 mila euro. I giovani della cooperativa, dopo il sopralluogo tecnico, hanno presentato una denuncia contro ignoti alla locale compagnia dei Carabinieri. Secondo i primi rilevamenti sono andate totalmente in fumo oltre 2000 piante di aranci e 100 di ulivo. I terreni erano perimetrali e recintati. Nel sopralluogo è stato individuato un foro nella rete del terreno adiacente e un orologio bruciato.
«In attesa degli accertamenti e delle indagini delle forze dell’ordine – commenta in una nota Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – i primi rilevamenti fanno pensare a un’ipotesi dolosa. I danni sono notevoli e le piante completamente distrutte. Le fiamme che hanno colpito l’agrumeto – prosegue la nota di Libera – provocano certo disorientamento e fatica ma non fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione di Libera e della sua rete nell’ opera di restituzione alla collettività in Sicilia, come in tante altre parti del paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia. Proprio perché i tempi sembrano più difficili – continua Libera – occorre moltiplicare le ragioni della speranza, la determinazione dell’impegno, la costanza della denuncia, la responsabilità della proposta e del progetto. Il nostro impegno per la legalità e la giustizia proseguirà senza cedimenti, consapevoli della corresponsabilità e della concretezza che in quella terra come nel resto del paese stiamo cercando di costruire, anche grazie alla preziosa opera di magistratura e forze dell’ordine, dell’associazionismo, del mondo cattolico e di molte amministrazioni attente. Una corresponsabilità – conclude Libera – che continueremo ad alimentare giorno per giorno con il contributo di tutti».
Purtroppo quello di Belpasso è solo uno dei tanti incendi che stanno infestando i beni confiscati alle mafie. Il messaggio è chiaro: evidentemente si vuol far capire che quello che era appartenuto ai boss non deve essere di nessun altro. «Gli attentati si registrano sempre alla vigilia di un raccolto o alla vigilia di una consegna di un bene, se da una parte dobbiamo ringraziare le forze dell’ ordine che garantiscono la sicurezza di quelle nostre realtà, dall’ altra è chiaro che qualcosa nel meccanismo di tutela deve essere rivisto» dice Don Luigi Ciotti.
Troppa è l’indifferenza intorno a questi fatti. A livello locale, prima di tutto: l’incendio di Belpasso era ben visibile essendo l’agrumeto su una collina, ma nessuno nei paraggi è intervenuto o ha chiamato i vigili del fuoco – i ragazzi se ne sono accorti il martedì successivo. Ma non solo: anche a livello nazionale manca una risposta forte, mentre i raid si ripetono.
Tre incursioni solo dall’inizio di giugno: a Castelvetrano, in località Canalotto, sono stati bruciati 20 ettari di uliveto che una volta erano di proprietà dei Sansone, costruttori palermitani.
A Mesagne, in provincia di Brindisi, sette ettari di grano sono stati cosparsi di benzina. Erano campi dei Rigoli, della Sacra Corona Unita.
Poi le devastazioni a Borgo Sabotino, alla periferia di Latina verso il mare dove c’ è un “villaggio della legalità” di Libera.
Libera Toscana e l’Associazione ora Legale hanno pensato di lanciare da subito una campagna di sottoscrizione “Un arancio per Belpasso” per contribuire all’acquisto ed alla piantumazione di nuove piante, in sostituzione degli oltre 2000 aranci e del centinaio di ulivi distrutti . Il costo per ogni pianta è di 10,00 euro, che si possono versare all’Associazione Ora Legale di Pisa.
Inoltre Libera Valdarno, tramite il suo referente Sergio Serges, promuove un campo di volontariato per adulti “over 30”: un sostegno e una testimonianza di amicizia che si
concretizzerannno con una significativa presenza a Belpasso nel prossimo mese di settembre.
Cristiana Vettori
Originariamente pubblicato su: http://pisanotizie.it/news/rubrica_20120619_arancio_belpasso_legalita.html