"MAGIE BAROCCHE" A MODICA

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“MAGIE BAROCCHE” A MODICA CON LA BATTAGLIA MUSICALE TRA VOCE E TROMBA

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9 agosto a Palazzo San Domenico con il trio Mariví Blasco (soprano), Gabriele Cassone (tromba naturale), Antonio Frigé (clavicembalo) 

 

 

            Riprendendo un fecondo e fortunato filone della prima edizione del 2005, il Festival Internazionale del Val di Noto – Magie Barocche propone nel prossimo concerto uno straordinario esempio di competizione virtuosistica. Obiettivo: rinnovare l’eterna sfida fra musica vocale e strumentale, in particolare fra la tromba e la voce acuta, come sottolinea il musicologo Antonio Marcellino, presidente e direttore artistico della rassegna. L’appuntamento è pergiovedì 9 agosto alle ore 21, nell’Atrio di Palazzo San Domenico a Modica (ingresso libero), terza tappa del festival concepito per valorizzare i siti monumentali delle nove città del Val di Noto dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

            Il titolo del concerto è significativamente à la guerre–battaglie musicali. Assisteremo così alla proficua gara tra la vox humana del soprano spagnolo Mariví Blasco e la straordinaria tromba naturale di Gabriele Cassone, arricchiti dall’immancabile clavicembalo di Antonio Frigé. Nella formazione variabile dell’ensemble “Pian & Forte”, ai due blasonati strumentisti, ormai familiari al pubblico di Magie Barocche, si affianca la raffinata cantatrice, il caldo timbro della voce, al quale più di tutti gli strumenti la tromba si avvicina, in questo successivamente sostituita dal violino che rimarrà lo strumento predominante nel Settecento (apprezzeremo la fusione tra soprano e violino nell’appuntamento netino del prossimo 29 agosto).

            Non a caso, alla ricerca della perfezione, si effettuavano veri e propri agoni fra la tromba e il registro vocale preferito del tempo (molto più di quello femminile), ossia il timbro angelico dei celeberrimi evirati cantori (Farinelli, Porporino, Senesino, Nicolino, Caffarelli e tanti altri). Consideriamo che la tromba di allora non aveva i pistoni (come lo strumento moderno), ma in essa l’emissione del suono si genera facendo vibrare le labbra nel bocchino e sfruttando gli armonici naturali propri dei tubi sonori. Quindi è una strenua lotta fra due timbri così simili e flessuosi, in grado di raggiungere eccelse vette.

            In programma rare musiche vocali e strumentali di Falconiero, Gasparini, Melani, Montéclair, Pasquini e Storace, i cui titoli già indicano il leitmotiv del concerto. Pagine trascinanti come «Quai bellici accenti» e «All’armi, pensieri», due cantate “guerresche” di Melani per tromba, soprano e basso continuo, proposte rispettivamente ad apertura e chiusura del concerto. Tra guerre e battaglie si consumano quindi quelle variazioni capricciose tipiche del concento di voce femminile e tromba. Qui felicemente si amalgamano il colore sopranile con il timbro della tromba naturale, oggi come allora. Anzi, le due sonorità potremmo dire ora si scontrano ora s’incontrano, prendono le distanze per metaforicamente abbracciarsi, inseguendosi in una vera e propria gara di bravura e virtuosismo. Come il concerto di Modica conferma, quest’anno uno degli elementi caratterizzanti il Festival è l’accrescimento, che trasforma per esempio il duo Cassone–Frigé in trio. Procedimento che abbiamo visto anche nel concerto d’inaugurazione, nell’aumentazione da due a tre a quattro pianoforti.

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