"Prove di volo" il primo disco di Sarah Stride firmato con Melissa P.

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La poliedrica cantautrice milanese Sarah Stride debutta con l’omonimo disco d’esordio (prodotto da FB22 Records / distribuito da Edel), in vendita nei principali negozi tradizionali e digitali. Dall’album “SARAH STRIDE” sono stati estratti due singoli: “Metallo”, scritto a quattro mani con Melissa P., autrice del celebre libro “100 Colpi Di Spazzola Prima di Andare A Dormire”, e “Prove di Volo”, attualmente in rotazione radiofonica.

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L’album “Sarah Stride” contiene undici brani inediti dai contenuti intimi e dal sound deciso e compatto, ai quali si aggiunge una cover, arrangiata in un’originale e ironica veste elettro-acustica, della celebre “Te Lo Leggo Negli Occhi” di Sergio Endrigo e Sergio Bardotti, già interpretata da Giorgio Gaber e Franco Battiato. L’album spazia tra sonorità rock a tratti molto energiche ed elementi retrò che ricordano il cantautorato indipendente italiano degli anni Ottanta e Novanta (come CCCP e CSI), arricchito da interventi strumentali e distorsioni elettroniche.

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«I testi del disco – racconta Sarah Stride – così personali, narrativi e pieni d’immagini poetiche, sono il racconto di un percorso, di una crescita fatta d’incontri e disillusioni, di perdite e di meraviglia, di dolcezza e determinazione ma soprattutto di confronto e d’incessante dialogo con la realtà e noi stessi».

Alla realizzazione del disco hanno partecipato tre tra i più solidi e interessanti musicisti rock della scena indipendente italiana: Alberto N. A. Turra (chitarre), che ha curato anche produzione artistica e arrangiamenti, William Nicastro (basso) e Antonio Vastola (batteria).

Sarah Demagistri, in arte Sarah Stride (classe 1979), nata a Como ma milanese di adozione, negli ultimi dieci anni ha realizzato performance, concerti, happening e pieces teatrali, pubblicazioni nel campo dell’arte, pubblicità e collaborazioni dal vivo e in studio con personalità di diverso calibro tra cui Ivano Fossati, La Crus, Moni Ovadia, Lele Battista, Gianluca De Angelis, Yuri Beretta, Masbedo, Howie B e altri ancora.

Compositrice fin dall’adolescenza, dai contenuti intimi e dal sound deciso di tradizione elettroacustica anglosassone, vanta numerose collaborazioni nel panorama indipendente  italiano, tra cui Hellzapop; Ivano Fossati; International Troubadours; La Crus; Claudio San Filippo.

Parallelamente è impegnata in numerosi progetti che prevedono la contaminazione tra diverse forme artistiche, tra cui collaborazioni con il teatro (Binario sette/Life Gate), (Teatro Filodrammatici di Milano, “Le ragioni del Cuore” 2011, happening teatrale sul testamento biologico ideato da Corrado Accordino con la partecipazione di Roberto Saviano, Beppino Englaro, Ignazio Marino), video arte (“Masbedo”), design e architettura. Nel campo artistico-figurativo si occupa della ricerca e dell’applicazione dell’arte-terapia in ambito psichiatrico con diverse pubblicazioni tra cui “Max e Nonno Pinello” (Mazzotta, Milano, 2009); “Carlo Zinelli: Memorie dal margine”, cat. mostra “Arte Genio e Follia” curata da Vittorio Sgarbi (Mazzotta, Milano, 2009).

Sarah canta principalmente in italiano ma con disinvoltura declina il suo talento vocale in diverse lingue: inglese, portoghese, ebraico e slavo.

Il video del brano “Metallo”, che vede la partecipazione di Melissa P., è diretto dal celebre regista Francesco Fei (che ha già lavorato con artisti come Franco Battiato, Negrita, Bluvertigo, Litfiba, Verdena e molti altri).

Scheda Disco

 “SARAH STRIDE”

“SARAH STRIDE” è l’album di debutto da solista di SARAH DEMAGISTRI, nonché il nome del progetto musicale che unisce la cantautrice milanese a tre tra i più solidi e interessanti musicisti rock della scena indipendente italiana: Alberto N. A. Turra (chitarre, arrangiamenti, produzione artistica), William Nicastro (basso) e Antonio Vastola (batteria).

L’album si compone di undici brani originali dai contenuti intimi e dal sound deciso e compatto, ai quali si aggiunge una cover della celebre “Te lo leggo negli occhi” di Endrigo/Bardotti, già interpretata da Giorgio Gaber e Franco Battiato, riarrangiata in un’originale e ironica veste elettro-acustica.

I testi di “SARAH STRIDE”, personali, narrativi e pieni d’immagini poetiche, sono il racconto di un percorso, di una crescita fatta d’incontri e disillusioni, di perdite e di meraviglia, di dolcezza e determinazione ma soprattutto di confronto e d’incessante dialogo con la realtà e noi stessi.  E proprio da un incontro casuale e dalla scaturita affinità creativa di due donne che nasce il testo del brano contenuto nell’album intitolato “Metallo”: scritto a quattro mani dalla cantante Sarah e dalla scrittrice Melissa P. – autrice del celebre libro 100 Colpi di Spazzola – la canzone si caratterizza per una lirica forte e provocatoria che sintetizza due anime femminili complementari, rock e dissacrante, che parlano d’incomunicabilità.

Il carattere dell’intero album è uniforme nel sound ed eterogeneo nelle idee: troviamo ballate noir in stile anglosassone come in “Eco Breve”, un tango sognante e ironico come nel caso di “L’Indispensabile” e brani decisamente più energici, squisitamente rock come “Metallo”; archi e ottoni impreziosiscono la maggior parte delle canzoni, sapientemente arrangiati dal maestro Turra alla ricerca di alcune atmosfere vicine a quelle di Antony and the Johnson o Jeff Buckley. A chiudere il cerchio c’è la presenza al pianoforte di Giovanni Venosta (celebre compositore per il cinema) e l’elettronica dell’istrionico Kole Laca (già con East Rodeo, Pier Paolo Capovilla, 2TwoPigeons).

Interessante il connubio delle melodie dal sapore mediterraneo che si alternano a strofe scure e incalzanti ricordando il cantautorato indipendente italiano degli anni Ottanta e Novanta (CCCP, CSI…) unito al gusto retrò nel portamento vocale tipico degli anni Sessanta e a ritornelli aperti di grande impatto come in “Tra I Miei Gesti E Casca La Terra” che raccolgono l’eredità di artisti come Giuni Russo di “Morirò D’Amore”, i Matia Bazar di “Vacanze Romane”  caratterizzati da una personalità vocale che ricorda cantautrici imponenti come P.J. Harvey o Nada nei toni più scuri e malati e Tori Amos negli improvvisi strappi di registro.

BRANO PER BRANO

PROVE DI VOLO

Questo brano è nato in un momento di stasi e di difficoltà della mia vita, racconta la necessità di sentirsi nuovi, di liberarsi dal peso dei condizionamenti e dalle gabbie che giorno per giorno ci costruiamo intorno.

Un brano diretto ed autentico che mi ha fatto uscire dagli attaccamenti viziosi e sentire la capacità di rivoluzione e cambiamento, che non significa una perdita di ciò che si è stati ma al contrario l’evoluzione che ci mantiene pieni e aderenti a noi stessi.

La metafora del volo – o, meglio, dell’intenzione del volo – semplice ed antica, è un immagine condivisa nella quale tutti riescono a riconoscersi perché, per dirla con le parole di Ennio Flaiano, «Colui che crede in sé stesso, vive con i piedi fortemente appoggiati su una nuvola».

METALLO

Unico brano di tutto il disco scritto a quattro mani con Melissa P.

“Metallo” nasce per gioco sul divano di casa mia tra chiacchiere e caffè con un’amica (Melissa P.).

Il testo è fatto principalmente di immagini evocative e racconta da due punti di vista il mancato incontro e l’impossibilità di una “relazione”, l’incomunicabilità che si verifica laddove ciò che realmente ci interessa non è l’altro ma unicamente la proiezione di noi stessi.

ECO BREVE

Eco breve è una canzone che parla della magia che l’infanzia possiede, della capacità che un bambino ha di percepire la natura e le cose nella loro potenza mitologica. Una canzone che esorta a non perdere quello sguardo pulito che ogni uomo porta con sé.

Camogli: sono sulla spiaggia circa alle cinque del pomeriggio. Il sole sta calando e leggo un libro sdraiata sulla sabbia quando inizio a guardare un bambino di non più di sei anni in acqua fino alle ginocchia. Più lo osservo e più non riesco a staccare gli occhi da quello spettacolo; per quasi un’ora picchia, tira sassi, scuote con pugni fortissimi le onde, si butta contro il mare nei modi più improbabili. Poi il padre lo richiama a sé e, accorgendosi che lo stavo osservando, mi dice : «ogni giorno fa la sua guerra contro il mare». Il bambino nel frattempo si sdraia e si addormenta.

Appena arrivata a casa scrivo una ninna nanna.

TRA I MIEI GESTI

Un brano che parla dello “scarto”  tra ciò che pensiamo e diciamo, tra ciò che compiamo e ciò che avremmo voluto compiere. “Tra i miei gesti” parla di un amore immaginato, di parole mancate e di piccoli gesti che non riescono a toccare l’altro ma solo a sfiorarlo.

LA PREDA

Il brano parla di quel sentimento umano che ci spinge ad agire, ad andare incontro e rimanere fedeli alla nostra natura nonostante questo comporti molti più rischi. L’immagine è quella di un animale nascosto che per istinto sceglie di uscire dal proprio rifugio nonostante sappia che questo venire allo scoperto gli sarà fatale. La sua “ultima danza” mi fa pensare al coraggio dell’azione e all’impossibilità di sottrarsi alla “chiamata” che rende gli uomini degni di questo nome.

L’INDISPENSABILE

Come disse Miguel Ángel Zotto, uno dei più grandi ballerini di tango argentino di tutti i tempi: «Il tango non è maschio, è coppia». “L’indispensabile” è un brano sensuale, un testo d’amore vissuto e corrisposto. Un inno alla capacità che “l’amore” ha di togliere inutili fronzoli e finzioni.

FUORI DA ME

“Fuori da me” è una torre di controllo dei sentimenti nella quale speriamo di poter dominare ciò che sentiamo in contrapposizione al desiderio che qualcuno sia in grado di far cadere le nostre costruzioni e portarci per un attimo “fuori da noi”.

CASCA LA TERRA

Questo è un brano che getta uno sguardo alla miseria del nostro vivere quotidiano, di quello che stiamo facendo al nostro pianeta: «sono scomparse le lucciole»,  scriveva Pier Paolo Pasolini.

Il ritornello però nella sua parte finale dice “sulle rovine canto ed il mondo cambia”, ad indicare che la volontà e il coraggio di guardare, lasciarsi pervadere e produrre bellezza è forse l’unico strumento che possediamo per un’inversione di rotta.

LASCIAMO CHE SIA

Il brano parla della fine di un amore: il passaggio, il cambiamento e la sorpresa della fine delle cose, ma anche la necessità di non rimanere aggrappati ad una zattera ma di abbandonarsi al naturale corso degli eventi.

GIO

Questo brano porta il nome di un amico fraterno che non c’è più. Il ritornello cita “Love Will Tears Apart” dei Joy Division, una delle sue canzoni preferite. Una canzone tra le più “rabbiose” del disco che rimane volutamente ermetica proprio perché intima.

RESPIRA

Questo brano parla dell’attimo in cui riprendi fiato dopo una grande sfida. Sono in autostrada di notte e sto tornando da casa dei miei. C’è un punto preciso in cui ci si immette da un’autostrada in un’altra entrando però a sinistra sulla corsia veloce per cui non ci si può fermare, accostare né tanto meno rallentare  Un attimo prima di immettermi inizia a girarmi la testa, mancarmi il fiato ecc… panico completo. Tengo duro per circa 5 minuti e mi fermo sfinita nel parcheggio dell’autogrill. Lì chiudo gli occhi e inizio a respirare lentamente per calmarmi e in altri 5 minuti in macchina ho scritto il testo.

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