L'imprenditore ferito, "mi hanno condannato alla morte civile"

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Mi hanno condannato alla morte civile: ecco, se fossi deceduto avrei avuto maggiore considerazione. Lotto per rimettere in piedi l’attività. Le banche e i clienti mi stanno massacrando. Il sindaco non mi ha chiamato e il Comune mi deve pagare per i lavori del 2011, circa 140 mila euro. Oggi mi è arrivata una lettera dalla Federazione Italiana Tennis che mi chiede, dopo 14 anni di organizzazione degli internazionali al Foro Italico, il rimborso di 20 mila euro spesi per liberare le aree dalle strutture dell’ultima edizione, mentre io ero in coma all’ospedale e altri 75 mila euro di penale‘.

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Lo afferma l’imprenditore Francesco Carlino, dell’azienda consortile ‘Italia grandi eventi’, ferito gravemente a colpi di pistola il 30 maggio scorso in un agguato per la gestione di uno stabilimento balneare del Comune di Catania. In coma per due mesi, Carlino è ora su una sedia a rotelle e in un’intervista rilasciata a ‘La Sicilia’ aggiunge come la lettera ricevuta dalla Fit lo abbia molto ‘amareggiato. Il fatto è che molti pensavano che fossi morto e che la mia lontananza per curarmi fosse un modo per mascherare una situazione ben più grave. Mi hanno condannato alla morte civile‘. L’imprenditore ha inoltre spiegato di avere difficoltà a definirsi ‘un imprenditore antimafia perché sarebbe difficile distinguersi da quelli che lo sono solo di facciata. Non ho pagato tangenti -evidenzia- anche se me le hanno chieste‘.

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Al processo contro l’uomo che ha battuto nella gara per l’assegnazione dell’appalto, Mauro Borzì, che gli ha sparato annuncia si ‘costituirà parte civile con l’avvocato Giuseppe Lipera e andrà ‘a testimoniare, per fare antimafia nei fatti‘.

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