I Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania hanno tratto in arresto Salvatore Di Grazia, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catania, poiché ritenuto responsabile di omicidio e soppressione di cadavere della moglie Maria Francesca Cimò, la donna di 72 anni scomparsa il 25 agosto del 2011 da San Gregorio. Le indagini ebbero origine da un denuncia di allontanamento volontario resa ai Carabinieri di San Gregorio di Catania il 5 settembre 2011 proprio da Salvatore Di Grazia. L’uomo aveva riferito che la propria moglie si era allontanata da casa il 25 agosto 2011, dopo un acceso diverbio. Alla base della discussione vi era una divergenza di opinioni sulla gestione di un auto – lavaggio self service per autovetture ad Aci Sant’Antonio, di proprietà della moglie nel quale lavorava Di Grazia.
La donna aveva deciso di cedere l’attività mentre il marito era assolutamente contrario.. Nonostante il ritardo nella denuncia furono attuate ricerche della scomparsa molto complesse e condotte anche con metodologie sofisticate, ricerche che non hanno dato alcun esito. A carico Di Grazia sono stati raccolti elementi indiziari, costituiti innanzitutto dal contrasto tra le dichiarazioni rese, a partire dalla denuncia di scomparsa, e gli elementi obiettivi raccolti (quali le immagini tratte da telecamere, gli accertamenti sui tabulati telefonici, gli acquisti effettuati, il rinvenimento presso l’esercizio commerciale delle buste che avevano contenuto il denaro che Di Grazia asseriva esser scomparso dalla cassaforte di casa).
A tale elementi si sarebbero aggiunti quelli relativi all’adozione da parte Di Grazia di comportamenti atti a sviare le indagini, sin da momento antecedente alla denuncia di scomparsa (acquisizione di schede telefoniche anche a mezzo di intermediari inconsapevoli; cautele contro intercettazioni ambientali; suggerimento di risposte a possibili testimoni). Di Grazia, inoltre, è risultato avere un’improvvisa disponibilità economica nei giorni immediatamente successivi al 25 agosto, nonostante avesse dichiarato che la moglie aveva portato con sé tutto il denaro custodito nella cassaforte. Le condotte volte a ostacolare le indagini si sono aggiunte alla gravità del fatto nell’imporre l’adozione della misura cautelare.