Un avvincente viaggio nella storia della politica italiana dell’ultimo cinquantennio e insieme una appassionante parabola umana e professionale. Questa la duplice valenza del nuovo libro del Sen. Pino Firrarello, Un contadino al Senato (Maimone editore, 2012, pp. 255, con prefazione di Angelino Alfano), l’autobiografia intensa ed emozionante di un protagonista della politica nazionale che, nel dipanare i fili della memoria in un intreccio di storia personale ed epocale, ripercorre le tappe di un itinerario esistenziale quanto mai ricco e sorprendente e ritrae a tutto tondo l’affresco vivido di un’epoca in profonda trasformazione, dal tramonto della società agricola alla difficile contemporaneità.
Prendendo le mosse dalla rievocazione di un’infanzia che si tinge dei toni della nostalgia per un tempo per sempre perduto, il recupero memoriale è avviato sin dalle origini, dal paesino di San Cono, in Sicilia, dove l’amore e la contemplazione della natura infondono ad un ragazzino di nove anni dedito ai campi l’etica del lavoro, il valore della libertà, il culto per la bellezza e la sacralità della vita che si manifesta in ogni più piccolo elemento del creato. Al centro del ricco paesaggio siciliano, descritto con lirico trasporto, l’epopea di una famiglia che vive fra i riti di una società contadina ormai al tramonto e che lentamente ma inesorabilmente si apre all’incipiente modernità. Da tali profonde radici, da cui l’autore attinge come ad una linfa vitale ricavandone i valori imperituri dell’onestà, della solidarietà, dell’umiltà, del servizio, della fede, scaturisce il desiderio di apprendere, di aprirsi alla speranza di un futuro migliore, di seguire una inclinazione che si palesa come esigenza, passione, vocazione: la Politica, intesa come servizio a favore della collettività. La prima tappa della straordinaria avventura politica dell’autore è Bronte, il paesino alle pendici dell’Etna ben presto divenuta sua patria d’elezione, che segna una svolta anche da un punto di vista personale: l’incontro con la donna che gli darà la gioia di una famiglia da sempre unita, fulcro attorno al quale costruire tutta un’esistenza.
Dalla militanza nella DC degli anni ruggenti, l’autore avvia una intensa attività politica a partire dal territorio che gli consentirà di conseguire risultati sempre più significativi, dall’elezione a Sindaco di Bronte a quella in cui diviene Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana fino all’approdo al Senato. Attraversare una carriera così lunga e prestigiosa consente quindi di tracciare l’evoluzione della politica italiana dalla Prima alla Seconda Repubblica, scoprendo retroscena, alleanze, tradimenti, dinamiche interne ai partiti, fisionomie dei protagonisti della politica italiana che hanno scritto e continuano a scrivere una pagina fra le più significative dell’Italia. Una grammatica della politica, dunque, declinata in tutte le sue sfaccettature, nella quale trova spazio anche l’ammissione di errori personali e generazionali, il rammarico per le attuali condizioni del Paese e soprattutto della Sicilia, l’incertezza per il futuro dei giovani.
Su tutto prevale però la fiducia in un riscatto sempre possibile se guidato dalla fede in Dio e dalla fervida operosità di tutti i cittadini. Autobiografia coinvolgente, romanzo di formazione, narrazione esemplare, storia della politica italiana, il libro del Sen. Firrarello alterna, alla rappresentazione di eventi della sfera pubblica e privata, intime confessioni, riflessioni sui valori e le esperienze di un’intera vita vissuta da uomo “innamorato della natura e della politica”. Una vita che, sottolinea l’autore, “è bella. Bella fino al punto che ad un contadino è stato concesso di governare con impegno e buon senso la Regione Siciliana e di ‘sedersi’, per lungo tempo, al Senato della Repubblica”.