Elezioni: è fatta, si vota! Già domani sera si potrà capire chi ha vinto la sfida di questo “OK Corral” casereccio, si potrà sapere chi dei diversi personaggi che si sono alternati sul palcoscenico nazionale l’ha spuntata, chi è rimasto sul selciato ferito o colpito in maniera irreversibile. A distanza di una manciata di ore non vale la pena sbizzarrirsi in previsioni e fare ipotesi su quali sono state le “promesse” migliori avanzate all’elettore da questa o da quell’altra parte: dalle urne scaturirà – volente o nolente – la volontà degli Italiani. Magari sarà una volontà che non corrisponderà pienamente ai desideri degli uni e degli altri; magari questa volontà apparirà come una protesta, o almeno, alla fine, così potrà essere interpretata da chi resterà deluso e scornato; questa volontà che si manifesterà in queste ore nel segreto del gabinetto di riflessione dove l’elettore apporrà la sua “crocetta” su un simbolo anziché su un altro, sarà comunque l’espressione degli Italiani. Almeno di quelli che andranno a votare. Quelli che non voteranno? Commetteranno un errore, anche se lo faranno intendendo di esprimere con il rifiuto il loro dissenso. Forse lo capiranno meglio dopo, a risultati annunciati.
Oggi si può dire che era ora che la campagna elettorale si concludesse: si è potuto registrare nei cittadini molta stanchezza per i messaggi cosiddetti politici, via televisione, via email, a mezzo di intere pagine di giornali (ma quanto sono costate a chi le ha fatte? Forse nulla, perché sono soldi dei partiti, alla fine dei contribuenti…).
E’ probabile che ad esito acquisito ogni coalizione si attribuirà la “vittoria”, così come è sempre stato, interpretando il risultato con la propria ottica, e ci sarà chi attribuirà la “sconfitta” alle condizioni (più che precarie) in cui si trova il Paese. Saranno motivazioni e giustificazioni che non muteranno lo stato delle cose.
Sull’Italia sono puntati occhi stranieri: non per curiosità, ma per interesse. Un’Italia non governabile preoccupa, un’Italia con un Governo Berlusconiano allarma, forse se Bersani riuscirà a tenere salde (?) le sue fila e farà alleanze “sopportabili” si potranno allungare i tempi di nuove elezioni. Nessuna previsione alla vigilia del rendiconto: anche se qualche Paese ha cercato (malamente) di influenzare il corso della campagna elettorale, ora c’è un’attesa colma d’incertezze e di interrogativi sul come si presenterà e si concretizzerà il “dopo”, quando si dovrà formare un nuovo Governo di un’Italia già fatta a pezzi.
Un interrogativo (fra tanti) ci poniamo noi: quale influenza “esterna” peserà maggiormente sul futuro del nostro Paese?
Non abbiamo sentito dai leader, piccoli e grandi, che si sono avvicendati sul palcoscenico della campagna elettorale, non abbiamo sentito enunciare programmi: chiunque andrà al Governo ne risponderà con la propria faccia, in prima persona…
Salvo Barbagallo