Parola d’ordine? Denigrare tutti. Anche il Papa…

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Papa Francesco I_SkyDenigrare tutto e tutti, trovare ad ogni costo scheletri negli armadi degli interlocutori (di avversari o di amici, poca importanza ha): non crediamo che si tratti di una moda, ma di una consuetudine ormai radicata che, spesso, non ha origini “spontanee” o “autonome”. Un gioco al massacro al quale non si sottrae nessuno, neppure un Pontefice appena eletto, che ancora deve muovere i suoi primi passi nella responsabilità dell’alto ruolo che gli è stato assegnato.

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Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, non ha avuto neanche il tempo di pronunciare il suo universale “Buonasera” rivolto a tutta l’Umanità, che già le agenzie stampa diramavano i commenti degli esperti vaticanisti che facevano riferimento ad un suo passato (1976-1983) durante il quale sarebbe stato vicino alla dittatura militare  in Argentina. I mass media declamano: “Il successore di Benedetto XVI un “progressista”? Sulla sua biografia pesa il silenzio della Chiesa negli anni in cui il regime dei generali uccise migliaia e migliaia di oppositori…”.

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Jorge Mario Bergoglio prese i voti a 32 anni, circa dieci anni dopo avere perso un polmone a causa di una malattia respiratoria. Dal 1973 al 1979, condusse per quattro anni la comunità gesuita locale. Un periodo che coincide con gli anni sanguinosi della dittatura militare. I denigratori sostengono che la sua personalità e il suo ufficio non sono noti in Europa perché viene da un luogo geografico lontano dal potere romano. In Argentina però ha sempre rappresentato l’ala conservatrice della Chiesa, non è mai stato amico della teologia della liberazione, ha sempre mantenuto posizioni di destra nella gestione del potere a Buenos Aires. Chi lo difende afferma che queste accuse non hanno alcun fondamento: al contrario, dicono i suoi difensori, durante il governo dei militari Bergoglio avrebbe aiutato molti dissidenti a fuggire.

Sembra quasi ricordare le maldicenze su Ratzinger appena eletto Papa, con gli accostamenti ad un suo trascorso giovanile filonazista.

Di Bergoglio ora si ricorda anche la sua forte presa di posizione nel 2010, quando sfidò il governo argentino che aveva approvato il disegno di legge sui matrimoni gay. “Cerchiamo di non essere naive”, scrisse Bergoglio in una lettera alcuni giorni prima che il disegno di legge venisse approvato dal Congresso. “Questa non è una semplice lotta politica, è un tentativo di annientare il piano di Dio”. Forse oggi preoccupa anche questo, in un momento in cui il mondo istituzionale ha mostrato ampie aperture ai gay.

Quali che siano le ragioni che stanno sollevando ombre sulla figura del nuovo Pontefice, appare chiaro che si vuole creare confusione ancor prima di vedere cosa Papa Francesco farà per la Chiesa e per l’intera Umanità in cerca di punti di riferimento certi.
Il gioco al massacro di leader vecchi e nuovi, operanti in tutti i settori della vita pubblica, non si ferma. La parola d’ordine denigrare equivale a disorientare. Così come disorienta l’invito ai giovani di David Thorne, ambasciatore degli Stati Uniti d’America a Roma, quando spregiudicatamente afferma “Voi giovani siete il futuro dell’Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento”. Se questa frase fosse stata pronunciata da una persona qualsiasi avrebbe potuto avere solo il peso di una opinione, detta dall’ambasciatore USA può essere sicuramente inquietante. Non solo: fa affiorare simpatie e conoscenze poco conosciute. Quante altre cose dovranno ancora venire a galla?
Attenzione: non viviamo una telenovela d’antica memoria, o uno sceneggiato-thrilling con finale a sorpresa. Si tratta di realtà e non di fiction televisiva.
Salvo Barbagallo

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