Chi tocca il Muos si brucia. Chiesti i danni per i lavori interrotti!

Condividi questo articolo?

protesta-muosPer il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, come avevamo ampiamente previsto, non si mette bene e forse si accorgerà, sulla sua pelle, che non è bene mettersi contro gli Stati Uniti d’America e, di conseguenza, contro lo stesso Governo nazionale. La presa di posizione contro l’apparato militare in costruzione a Niscemi, in Contrada Ulmo, non poteva essere gradita né alle alte sfere militari italiane, né, tantomeno, a quelle statunitense che negli impianti hanno investito fior di miliardi di dollari, tenendo poi nel debito conto dei Trattati bilaterali Italia Usa (il cui “reale” contenuto non è mai stato completamente reso pubblico). Era solo questione di tempo, ma la reazione si sarebbe avuta. Le proteste purtroppo non hanno alcun peso negli affari internazionali: anche questo “dettaglio” da noi è stato ampiamente previsto. Ebbene, il ministero della Difesa ha impugnato al Tar di Palermo le revoche delle autorizzazioni relative al Muos della Marina militare Usa di Niscemi e la sospensione dei lavori disposte dalla Regione Siciliana. Lo ha reso noto Legambiente rivelando che è stato chiesto anche ”il risarcimento danno patrimoniale di 25 mila euro al giorno” e quelli ”non patrimoniali per avere inciso negativamente sui rapporti tra Italia e Stati Uniti d’America e Nato”.

Pubblicità

Crocetta, così come sparuti Presidenti della Regione (Silvio Milazzo, Rino Nicolosi) che hanno tentato di far valere le loro prerogative, sancite con tanto di Statuto Autonomistico che è parte integrante della Carta Costituzionale Italiana, adesso probabilmente si renderà conto che la “voce” dei Siciliani che vogliono far valere le ragioni della Sicilia è una voce che non può essere ascoltata: le “ragion di Stato” (quale, quello italiano o quello statunitense?) hanno la precedenza assoluta su ogni cosa.

Lo vediamo continuamente e nessuno può cambiare le cose. Il territorio isolano a chi appartiene? A tutti, meno che ai Siciliani. Si possono fare esercitazioni “straniere” anche su terreni privati (vedi quanto pubblicato nei giorni scorsi), si possono installare attrezzature nocive non solo alla salute degli abitanti, ma “pericolose” per il loro utilizzo; si possono “ospitare” tranquillamente (a Sigonella) i micidiali Global Hawk (gli aerei senza pilota, comandati da stazioni lontanissime, ma operanti dalla nostra Isola); non sappiamo se e quante bombe nucleari sono disseminate nei vari depositi segreti della Sicilia.

La Sicilia è una piattaforma militare (solo americana?) a tutti gli effetti: il presidente Rosario Crocetta non lo sapeva? Forse ora la Regione, dovendo “pagare” fior di danni per le interruzioni provocate ai lavori del MUOS a Niscemi, sarà più cauta e si farà gli affar suoi (quali?…) senza disturbare oltre i “manovratori”.

 

Salvo Barbagallo

Potrebbe interessarti

One Thought to “Chi tocca il Muos si brucia. Chiesti i danni per i lavori interrotti!”

  1. Una disponibilità che lasciava pensare ad una apertura verso un confronto con le istituzioni siciliane e con le comunità locali. Da quello che scrivono oggi, le cose non sembrano stare esattamente così.

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.