Vi sono suoni che velatamente si posso ascoltare, sono note impercettibili che arrivano con la medesima delicatezza dello scivolare di un petalo. Ascoltando Malika Ayane, giovedì sera al Teatro Metropolitan di Catania, la sensazione era la medesima. Una voce che accarezza, mai urlata, mai sopra le righe, mai atta all’esagerazione. Una poesia delicata che ti invita ad uno spettacolo elegante e sobrio, ma ricercato, che catapulta in un retropalco dove fanno capolino stoffe, una macchina da cucire, ma anche un divano, soprattutto però non mancano strumenti e musica, dai quali fa capolino con una soave forza la voce di Malika.
L’ atmosfera si fa maggiormente intima per “Cosa hai messo nel caffè”, Malika canta adagiandosi con elegante sensualità sul divano e il pubblico le tributa uno dei tanti applausi a scena aperta che caratterizzeranno la serata.
La fine del primo tempo arriva, quando sembra ancora presto e lo spettacolo pare appena iniziato.
Il secondo tempo strizza l’occhio a dei bellissimi cambi d’abito, ma soprattutto ad una scenografia più articolata che lascia spazio ad uno specchio ed un’esecuzione intima, ma assolutamente coinvolgente di “Occasionale” da parte di Malika.
Il clou della serata è per l’ interpretazione di “Niente” il silenzio del pubblico è talmente tangibile da fare rumore, Malika regala ai presenti un’interpretazione del brano scritto da Giuliano Sangiorgi così intensa da lasciare senza fiato, senza parole.
“Niente” a parere di chi scrive, si ascrive come perla della serata, Sangiorgi, autore anche di “Come foglie” e “E se poi” che trovano spazio nella prima parte della serata, con “Niente” veste l’ intima vocalità di Malika Ayane, che all’autore rende un brano nell’esposizione massima per arrangiamento e l’ interpretazione. Un’ interpretazione sussurrata, ma incisiva come lama di coltello.
Il pubblico tributa a Malika lunghi applausi e ne consacra una carriera d’interprete senza pari, per eleganza, vocalità ed interpretazione.
Il calore del pubblico ha investito l’ entourage dell’ artista forse poco preparato al calore siculo, ma nonostante qualche incomprensione, rimane vivo e presente il ricordo di un concerto di classe, in un momento in cui urlare sembra la prerogativa di troppi, Malika dimostra che cantare è ben altro e se ne auspica il ritorno anche nella stagione estiva.