Francesco Cristofari, 50 anni, si è impiccato e il suo cadavere è stato trovato dai Carabinieri che lo cercavano dopo aver individuato nella sua persona l’assassino del commerciante Roberto Burnelli.
Subito indicato come il probabile omicida di Roberto Burnelli (ucciso a bastonate davanti casa a Marsciano, in provincia di Perugia), Cristofari era fuggito con il suo Fiat Fiorino.
Alla base dell’omicidio le “intromissioni” di Burnelli nella sua attività di stalking nei confronti della ex compagna, dipendente dello stesso commerciante. Burnelli con la moglie, in pratica, aveva la colpa di consentire un futuro alla ex dell’assassino assicurandole il lavoro e più volte si era messo in mezzo nelle liti per impedire all’assassino che le facesse del mare.
Da tutti descritto come uomo mite e dedito a lavoro e famiglia,, con la sua tragica fine ha mostrato di essere anche un uomo coraggioso e di saldi principii che non si è fatto i “fatti suoi” e ha difeso così quella donna dalla follia del marito. Forse non immaginando che sarebbe stato poi lui oggetto di quella follia e morendo così, ucciso a bastonate e con la gola tagliata, da un uomo che poi ha saputo affrontare le sue responsabilità nell’unico modo possibile. Da vigliacco, impiccato a un albero.
Il reparto scientifico dei Carabinieri ha ultimato i rilievi sul luogo del rinvenimento di Cristofari.
Resta il dolore di chi, in vita, ha avuto la fortuna di conoscere quell’uomo mite. Resta l’amarezza di uno Stato che ancora una volta non ha saputo fermare in tempo un mostro.
Luigi Asero