Soltanto negli ultimi giorni sarebbe ben dodici le autobombe esplose che hanno provocato la morte di una settantina di persone e il ferimento di diverse centinaia. E nel mesi di luglio che sta per terminare sarebbero già 810 i morti secondo fonti ospedaliere.
La violenza è l’unica cosa che non conosce tregua nell’Iraq “pacificato” in cui curdi, sciiti e sunniti non hanno trovato finora un assetto stabile e in cui il dialogo si concretizza con autobombe e attentati kamikaze.
Per la diplomazia internazionale però tutto questo, lungi dal pensare chi ne è stato artefice, è solo un “affare interno”. Intanto uomini, donne, anziani e bambini muoiono. Dilaniati. Internamente. (L.A.)