Roman Polanski fra pochi giorni, domenica 18 agosto, compie ottant’anni. Vita spericolata, quella del regista polacco “naturalizzato” francese: dal ghetto di Cracovia sino alle vicendi di qualche anno addietro che lo portarono dietro le sbarre.
Al regista di “Chinatown” e “Rosemary baby” non si è risparmiato nulla, dalla tragedia dei campi di sterminio nazisti, dove venne rinchiusa la sua famiglia, all’uccisione della moglie Sharon Tate per mano della setta di Manson. Fino alla sua condanna per stupro di una tredicenne americana, nel Duemila, 35 anni dopo il grave episodio.
La fama non è stata negata al regista che di bravura ne ha da vendere, così come non gli sono stati negate le disapprovazioni per la sua nota sregolatezza.
A 80 anni Polanski non si sente un pensionato: attualmente ha in preparazione un film sul caso Dreyfus. Resta ed è un pilastro del Cinema.