Di Salvo Barbagallo
A fine mese, dal 27 al 30 agosto summit di economisti e scienziati a Palermo: provenienti da 50 Paesi, fra i quali Russia, Giappone, Cina, Svizzera, Svezia, Germania, Turchia, Stati Uniti e Inghilterra, prenderanno parte al 53° l Congresso dell’Ersa (European Regional Science Association), la più grande riunione internazionale nel campo delle scienze regionali, per dibattere sui temi dello sviluppo economico territoriale e sulle prospettive di rilancio dell’economia globale dopo la crisi. E’ la prima volta che l’incontro si tiene in una sede del Sud, dopo quello tenuto a Milano nel 1984: gli ultimi congressi si sono tenuti a Jonkoeping (Svezia), a Barcellona e Bratislava. L’edizione del prossimo anno si terrà a San Pietroburgo.
E’ un avvenimento che può considerarsi eccezionale tenendo conto delle tematiche che saranno affrontate: “Regional integration: “Europe, the Mediterranean and the World Economy”, “Il rapporto tra politiche nazionali e regionali”, “La crescita regionale e urbana nel bacino del Mediterraneo”, “Il ruolo del finanziamento delle infrastrutture per lo sviluppo regionale del Mediterraneo”.
Il Mediterraneo, dunque, viene indicato come argomento principe che sta alla base del summit che vedrà presenti oltre 850 studiosi che discuteranno sulle prospettive economiche di un’area che è fondamentale per il futuro socio, economico e politico dell’intero pianeta. Dopo il summit, nei giorni 2 e 3 settembre, sempre nel capoluogo regionale, si terrà la 34a Conferenza della “Associazione Italiana di Scienze Regionali (AISRe)”, che avrà come tema: “Crescita economica e reti regionali: nuove industrie e sostenibilità”.
Fra i temi correlati che saranno trattati nelle diverse sessioni scientifiche dei due congressi quelli concernenti “Imprenditorialità e innovazione”, “Finanza pubblica e privata per lo sviluppo regionale”, “Globalizzazione e competitività regionale”, “Agglomerazione, distretti, cluster e reti” Turismo, industrie culturali e creative e sviluppo regionale”, “Futuro della politica di coesione e regionale”, Grande recessione e crescita regionale”, “Sviluppo economico-sociale del Mediterraneo”, Cambiamento climatico, ambiente e sostenibilità”. Alle manifestazioni saranno presenti con i loro rappresentanti le più importanti istituzioni internazionali legate al mondo dell’economia: il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l’Ocse, la Banca Europea per gli Investimenti, la Commissione europea.
Fra gli interventi più attesi quelli di Masahisa Fujita, già professore all’università di Kyoto e uno dei maggiori esperti mondiali di economia regionale e del territorio, autore del famoso volume “The Spatial Economy. Cities, Regions and International Trade”, scritto con il premio Nobel 2008 per l’Economia Paul Krugman, e quello di Jamal-Eddine Gharbi, ex ministro per le Politiche territoriali della Tunisia.
Un evento che porterà l’attenzione del mondo economico e scientifico sulla Sicilia in un momento in cui diversi Paesi del bacino del Mediterraneo stanno vivendo pesanti crisi politiche e sociali – come in Egitto – e dove l’intera area sta subendo profondi e radicali mutamenti che, allo stato attuale, determino incognite per la pace e lo sviluppo.
C’è da chiedersi, inoltre, il “perché”, appunto in un momento così delicato, sia stata scelta la Sicilia come location di questi importanti incontri dopo il dimenticato fallimento dell’Area di Libero Scambio nel Mediterraneo, che avrebbe dovuto prendere il via nel 2010.
Evidentemente gli interessi convergono, oggi più che mai, in un’Isola, la Sicilia, che nei secoli è stata sempre protagonista e testimone delle grandi trasformazioni non solo territorialmente locali.
Tutto ciò accade, infine, con scenari nazionali e regionali che vedono susseguire una crisi dietro l’altra, e dove regnano sovrane l’instabilità e l’incertezza. Evidentemente la Sicilia, per mille e mille ragioni, la maggior parte ignote, è stata designata come punto di riferimento basilare per tutto ciò che potrà (o dovrà) verificarsi nell’immediato futuro.