E’ trascorso un anno e mezzo e la questione dei due marò italiani – Latorre e Girone -rinchiusi in India è ancora aperta e non appaiono soluzioni in tempi brevi. La partita Italia-India sembra giocarsi su “dettagli” d’inchiesta che vengono contestati ora da una parte, ora dall’altra. L’attuale “intoppo” che prolunga l’inchiesta dell’Agenzia Nazionale di Investigazioni indiana ora è la questione dell’interrogatorio degli altri quattro fucilieri di marina che erano, con Latorre e Girone, a bordo della Lexie, il 15 febbraio di un anno fa. Per l’India non vanno bene gli interrogatori via skype, nè via mail, nè l’invio di funzionari a Roma per effettuare l’interrogatorio. Per l’Italia non va bene inviare in India i quattro. Le perizie balistiche, a quanto risulterebbe, non hanno confermato che a sparare siano state le armi sequestrate con Latorre e Girone.
L’India fatica a chiudere l’inchiesta ed è pienamente consapevole che celebrare il processo con le insufficienti “prove” in suo possesso è rischioso ed è consapevole che i colpevoli della morte dei due pescatori sono stati altri. L’Italia prende tempo sperando di salvare capre e cavoli, cioè dignità e marò da pene detentive pesanti. In questa situazione a rimetterci sono solo i due militari che attendono, senza poter fare nulla, un destino ignoto.