“No MUOS” & mafia: l’autogol di Crocetta

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CrocettaDi Salvo Barbagallo

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Se la mafia non ci fosse, qualcuno sicuramente l’inventerebbe: torna utile in tante e tante circostanze, soprattutto quando non si vuole o non si è in grado di risolvere i problemi. La mafia, purtroppo, esiste, ma spesso costituisce un paravento comodo per coprire azioni scomode che non hanno giustificazioni possibili.

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Nella “trappola” involontaria in cui può cadere chi non trova vie d’uscita, in un momento delicato e in situazioni irreversibili, è finito recentemente anche il presidente della Regione Siciliana. Rosario Crocetta, non avendo nel suo carnet ragioni valide da contrapporre ai movimenti “No MUOS”, non ha trovato di meglio che affermare che in tali movimenti ci siano infiltrazioni mafiose. Presa di posizione consapevole di una querela che, puntualmente, è arrivata.

L’avvocato Goffredo D’Antona, del foro di Catania, ha infatti depositato per conto del  Coordinamento regionale dei Comitati “No Muos”,  una querela contro Crocetta, per il reato di diffamazione aggravata. La notizia è stata data dallo stesso Coordinamento che, in una sua nota, riferisce cheI fatti si riferiscono alle affermazioni rese da Crocetta nei giorni scorsi al giornale on line ‘La voce’ di New York, e ribadite su ‘la Repubblica’, relative a infiltrazioni mafiose nel movimento No Muos. La denuncia – prosegue la nota – parte da semplici cittadini, giornalisti, professori universitari, componenti di associazioni antimafia, avvocati, artisti, tutti contrari all’installazione del Muos” a Niscemi.

C’è da dire che questa volta il paravento è piuttosto sforacchiato e l’alibi “mafia” chiaramente non regge: insomma, Rosario Crocetta ha fatto autogol. E non è il primo. Eppure l’attuale presidente della Regione Siciliana l’aveva azzeccata, intestandosi una campagna “Non Muos”, poi è incominciato a scivolare su prevedibili bucce di banana e non ha saputo mantenere l’equilibrio. Crocetta sapeva fin dall’inizio che le responsabilità di concessioni alla costruzione del MUOS a Niscemi non erano “solo” di Lombardo, ma principalmente di tutti i Governi nazionali (italiani) che hanno stipulato con gli Stati Uniti d’America precisi accordi (leggasi Trattati) bilaterali sulla militarizzazione della Sicilia. Accordi che ormai non si possono recidere perché non si può tornare indietro. Cavalcare la tigre non è facile…

C’è da ricordare che già nel 2011 Massimo Zucchetti (professore Ordinario di Impianti Nucleari, cattedra di “Protezione dalle Radiazioni”, Politecnico di Torino. Research affiliate, MIT Massachusetts Institute of Technology 77 Mass Ave, Cambridge USA) e Massimo Coraddu (Consulente esterno – Dipartimento di Energetica, Politecnico di Torino) avevano presentato una relazione dettagliata sul MUOS (Mobile User Objective System), in installazione a Niscemi nella sede del Naval Radio Transmitter Facility, dove, nelle note conclusive, si specificava senza ombra di dubbio che:

“Le caratteristiche dei dispositivi trasmittenti del sistema MUOS sono note solo in modo incompleto e parzialmente contraddittorio. Nonostante ciò è possibile, seppure con incertezze talvolta elevate, valutare l’intensità delle emissioni e individuare alcuni dei rischi ad esse associati:

(a) al fascio principale di microonde emesso dalle parabole MUOS, in caso di errore di puntamento, dovuto a incidente, malfunzionamento o errore, e associato il rischio di irraggiamento accidentale di persone che, entro un raggio di 20 Km, potrebbero subire danni gravi e irreversibili anche per brevi esposizioni. A tale rischio è esposta l’intera popolazione di Niscemi;

(b) al fascio principale di microonde emesso dalle parabole MUOS, durante il funzionamento ordinario, è associato il rischio di incidenti provocati dall’irraggiamento accidentale di aeromobili distanti anche decine di Km. Tale rischio investe potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante (nel raggio di 70 Km dal sito di installazione del MUOS si trovano tre aeroporti);

(c) Le emissioni fuori-asse delle parabole MUOS, benché difficili da valutare a causa delle carenze e delle contraddizioni nei dati disponibili, potrebbero fornire un contributo al campo esistente tutt’altro che trascurabile: dell’ordine di 1 V/m a qualche Km di distanza dalle sorgenti (le prime abitazioni si trovano a 1-2 Km di distanza dalle sorgenti, mentre il centro della cittadina di Niscemi dista 5 Km). Tale contributo provocherebbe un incremento del rischio, già ora elevato, di contrarre malattie dovute all’esposizione cronica ai campi emessi dalla stazione NRTF esistente; (d) Il progetto prevede che stazione trasmittente MUOS venga realizzata all’interno di una zona naturalistica protetta, il che impone di valutare anche le conseguenze delle emissioni sull’ambiente circostante. Particolarmente gravi sono le possibili conseguenze sull’avifauna (in seguito all’irraggiamento dovuto al fascio principale emesso dalle parabole) e sulle popolazioni di api, con ricadute a catena sull’intero ecosistema.

I rischi esposti, sono stati sottovalutati  o del tutto ignorati.

In conclusione, per un principio di salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente, non dovrebbe essere permessa alcuna installazione di ulteriori sorgenti di campi e.m. presso la stazione NRTF di Niscemi, e anzi occorre approfondire lo studio delle emissioni già esistenti e pianificarne una rapida riduzione, secondo la procedura di “riduzione a conformità” prevista dalla legislazione italiana in vigore.

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