L’Italia e gli italiani possono essere felici e dormire sonni tranquilli: il presidente del Consiglio Enrico Letta si mostra ottimista sul futuro. Non bisogna chiedere, però, da dove scaturisce l’ottimismo: se si guarda lo svolgimento degli avvenimenti nella loro realtà, si dovrebbe dire che le carte che hanno in mano i giocatori non sono buone, né da una parte, né dall’altra.
Il finale di questa partita PD-Berlusconi, così come si presentano le situazioni allo stato attuale, non potrà avere vincitori, ma, in ogni modo, non sarà certo la casta politica al governo che subirà la peggio. A rimanere sconfitti saranno principalmente i cittadini di questo Paese che, probabilmente, sarà chiamato nuovamente alle urne.
Non ci sono arbitri, in questa partita ed è arrogante appellarsi (oppure scaricare) a reciproche responsabilità: ogni parte fa il suo gioco.
Napolitano incita Letta “ad andare avanti”: ci si chiede in quali condizioni si può andare avanti quando esistono solo feroci contrapposizioni e nessuno tenta di incamminarsi su una strada che possa condurre ad equilibri accettabili? Attribuire “dopo” una (possibile) caduta del governo che la colpa, la “responsabilità”, sia di questo o di quello, non migliorerà di certo la situazione.
In questa partita dove la posta è il destino della collettività, la gente, l’uomo qualunque, non ha voce, non ha alcun peso, anche se i “giocatori” si fronteggiano convinti di rappresentare quel popolo che li ha votati. La delega data con il voto pretende chiarezza, e chiarezza non si intravede nella nebbia che si alza dalle accese contrapposizioni. In queste condizioni – esprimiamo quel che pensiamo – come si può ipotizzare la “stabilità”?
Falchi e colombe? A nostro avviso solo giocatori scaltri, ognuno dei quali conserva sempre un asso nella manica, pronto a tirarlo fuori quando la partita sembrerà persa.